venerdì 30 settembre 2011

Arrosto alle erbette aromatiche

Arrosto con erbette aromatiche


Pur vivendo in una grande città (se dico che è LA città dello smog e dell'inquinamento, voi a che città pesate?) ho la fortuna di avere erbette aromatiche sempre fresche. Una porzione del mio terrazzo è dedicata a loro e vi  crescono in completa anarchia.

Ques'anno la salvia e il coriandolo hanno impazzato a discapito della menta, che pur essendo una pianta "infestante" si è lasciata travolgere da queste due prepotenti.


Maggiorana, timo, origano, salvia, coriandolo e rosmarino "fatti in casa"

L'alloro sta invece in un posto tutto suo e guarda, dall'alto del suo arbusto, con aria sprezzante l'allegra brigata.

Alloro: si merita una fotografia tutta da solo. Non solo è profumatissimo è anche molto bello.




























Ora sto cercando di far seccare l'origano, vedremo cosa salterà fuori. Per il momento solo una serie di minuscole foglioline che saltellano felici nella confusione della mia cucina.

Se l'esperimento riuscirà ci proverò anche con le altre pianticelle.
Nel frattempo eccole qui, tutte riunite per fare festa all'arrosto.

Arrosto di vitello alle erbette

  • Un arrosto di vitello
  • Un mazzetto di erbe aromatiche fresche. Io ho usato: timo, origano, maggiorana, salvia, rosmarino, coriandolo e alloro
  • Due spicchi d'aglio
  • Un bicchiere di vino bianco 
  • Mezzo dado da brodo
  • Olio di semi e burro
In una pentola dai bordi alti ho messo a rosolare in olio e burro e l'arrosto.Mentre si formava la crosticina sono andata sul terrazzo, ho tagliato tutte le mie erbette e le ho pulite. 
Ho aggiunto l'aglio che ho lasciato imbiondire e quindi ho aggiunto mezzo bicchiere di vino per impedire ad arrosto e aglio di bruciare
Ho quindi aggiunto le mie erbette pulite e ho sbriciolato il mezzo dado da brodo. 
Ho coperto la pentola e di tanto in tanto sono passata a controllare la cottura e a girare il mio arrosto.
Quando il vino è evaporato ne ho aggiunto ancora un po' e ho lasciato cuocere così per circa un'ora e mezza a fuoco basso.
A fine cottura ho filtrato il sughetto e l'ho messo sopra la carne. 
Ho servito questo arrosto con accanto  una fetta di pane al miele. L'abbinamento è stato molto apprezzato


mercoledì 28 settembre 2011

Hamburger di pollo

Hambuger di pollo: leggeri e saporiti


Sono reduce da una cena con amiche. Le ho trovate tutte magre e pimpanti. Io no.
Accidenti, mi sono detta, basta devi stare più attenta. Ma come faccio? A me piace cucinare e mangiare. 
E se provassi a fare qualcosa di buono che non mi sembri da dieta? 
Eh già e i bimbi? Mica posso metterli a dieta e questo non è un ristorante, non posso  fare un piatto dietetico per me e qualcos'altro per loro.
Pollo? Un hamburger di pollo? Mi sembra una cosa dietetica che potrebbe andare bene per i bimbi.
Però la sola idea della dieta mi mette una tristezza infinita. Mi sento stanca.
Ho scoperto un alimento che "mi tira su", che mi dà un po' di carica e buonumore. E' lo zenzero fresco. A volte  basta solo il suo profumo, ma ora ho proprio bisogno di un bel po' di carica e allora dai, mettiamolo nell'hamburger. 
Ecco si parte

Hamburger di pollo

Per 4 persone

  • 2 petti di pollo
  • Mezza cipolla
  • Un pezzettino (grande come una nocciolina) di zenzero fresco
  • Sale e pepe
Pulisco i petti di pollo e lo taglio a tocchetti. Ora se fossi veramente brava taglierei la carne a pezzetti con il coltello. Guardo l'orologio e poi il mio mixer... Butto tutto nel mixer sminuzzo per pochissimo tempo, giusto un attimino altrimenti non mangerò più un hamburger ma una crema di pollo.

Metto la carne in una ciotola e sminuzzo con il mio robottino magico anche la cipolla (visto che tanto l'ho già sporcato, ottimizziamo le risorse no?) e la metto insieme al pollo.
Pulisco lo zenzero e tolgo la buccia. Che profumo magnifico, mi sento già meglio. Lo grattugio sulla carne.
Aggiungo sale e pepe.

Il mio dubbio ora  è: se metto l'olio la griglia farà fumo ma la carne non si attaccherà sul fondo, eliminandolo non avrò le fumate ma rischio di rompere gli hamburger al momento di girarli. 
Scelgo l'estetica. Voglio il mio hamburger bello intero! 

Quindi  ungo leggermente la griglia, ma sono a dieta giusto? Quindi con la carta da cucina elimino il grasso in eccesso e metto la griglia sul fuoco a scaldare. Deve diventare bella rovente.
Mescolo la carne, formo delle palline che appiattisco e poi metto sulla griglia. 

Durante la cottura appiattisco leggermente il mio hamburger per aiutare la fuoriuscita del grasso.
Pochi minuti da una parte, quindi sollevo con leggermente il bordo con una spatola e controllo la cottura prima di girare l'hamburger.
Ancora pochi minuti sull'altro lato e via nel piatto.

Io lo mangio con un'insalata di rucola e lamponi condita con un filo d'olio d'oliva e aceto balsamico. I miei figli lo preferiscono nel panino con maionese e ketchup.

Perfetto. Ora mi sento così bene che quasi quasi mi mangio un pezzo di cioccolata.

lunedì 26 settembre 2011

Pane al miele

Pane al miele: per iniziare bene la giornata



Si lo ammetto anche io sono "pasta madre dipendente". E' entrata in casa da un bel pezzo ormai ed è divenuta la mia terza figlia.
La curo, la nutro, la lavo. Insomma mi devo occupare di lei. Ma quest'estate ho scoperto di non essere poi tanto normale (vabbè lo sapevo già, ma diciamo che qui forse ho un po' esagerato :-D). 
Durante l'ultimo rinfresco ho pensato che, durante le vacanze, non avrei potuto fare a meno di lei. Quindi... beh quindi invece di buttarne via un pezzo, come faccio abitualmente durante i rinfreschi, l'ho congelato e l'altro.... ehm l'altro l'ho messo in un contenitore di plastica ben oliato. E due secondi prima di partire l'ho impacchettato ben bene con la pellicola trasparente e... infilato di nascosto nella valigia.
Mi sentivo quasi una ladra, o una che sta facendo "una cosa che non si deve". Ho chiuso il tutto e via. Tanto, ho pensato,  nella stiva dell'aereo la temperatura è bella fredda e poi in poche ore sono a destinazione.

Una volta arrivata la prima cosa è stata: aprire la valigia, frugare all'interno ed estrarre il barattolo analizzarlo bene bene alla luce per verificare che fosse ancora integro. Controllare lo stato di salute del suo ospite che in effetti aveva già cominciato a crescere. Tra me e me stavo valutando se fare o meno un altro rinfresco quando.... quando mi accorgo di un silenzio innaturale. Mia sorella e 4 bimbi zitti? Mi giro ed erano tutti lì che mi guardavano con aria interrogativa.
Cosa avevo di così tanto importante tra le mani? I miei figli aspettavano un costume da bagno per buttarsi in acqua, l'orologio segnava le 11 e tra poco più di un'ora i bambini avrebbero aperto i beccucci in cerca di cibo che, in quel momento, era ancora sugli scaffali del supermercato.

Ho infilato in fretta la pasta madre nel frigorifero e ho cinguettato. "Vado a fare la spesa". Così ho potuto comprare anche la farina per i rinfreschi :-D.


Pane al miele


  • 600 gr di farina bianca tipo 0
  • 300 gr di lievito madre
  • un cucchiaio abbondante di miele d'eucalipto
  • 200 ml di acqua
In una terrina (o nella planetaria) metto farina, lievito madre e miele. Aggiungo un poco d'acqua e inizio a mescolare. La quantità d'acqua in realtà è relativa, dipende da molte cose: dal tipo di farina, dall'umidità dell'aria, dalla temperatura. Consiglio di fare le cose con calma e aggiunger l'acqua un poco alla volta. 
L'impasto è della giusta consistenza quando è bello morbido ma si stacca dalle pareti.

Formo una bella palla e copro il contenitore con la pellicola trasparente o con un canovaccio. Chiudo il tutto in un posto al riparo dagli spifferi (io lo lascio nel forno spento) per tutta la notte, ma probabilmente ci vuole anche meno.

Al mattino l'impasto sarà bello gonfio e appiccicoso. Lo lavoro ancora un po' per sgonfiarlo. Nel frattempo accendo il forno alla massima temperatura (per me 300°).
Metto l'impasto su una teglia ricoperta da carta da forno e metto a cuocere quando il forno ha raggiunto la massima temperatura. Prima di richiudere lo sportello del forno spruzzo ben bene le pareti del forno con dell'acqua di modo che si formi un po' di vapore. Ripeto dopo una decina di minuti.
Per questa operazione uso uno spruzzatore che normalmente è venduto per condire le insalate (mai usato per questo scopo, prima o poi dovrò osare farlo ).

Perché il vapore? Perché impedisce che si formi subito la crosta del pane che  risulta quindi più soffice e la crosta che si formerà poi sarà più scura e croccante. Non è poco vero?

In alternativa allo "spruzzatore" si può mettere nel forno un pentolino pieno d'acqua. che deve essere rimosso a metà cottura. Il vapore è infatti ottimo per la fase iniziale della cottura ma non alla fine dove impedirebbe il formarsi della  crosticina bella croccantina.

In meno di mezz'ora il pane e pronto per essere pucciato nel caffelatte. E che bello avere la casa profumata di  pane fresco già di prima mattina.


Il pane è ancora caldo e il suo profumo è la  sveglia migliore.

venerdì 23 settembre 2011

Torta ai mirtilli

Torta di mirtilli: impossibile resisterle!



Un amore di torta

Ancora una ricetta che mi è stata ispirata da un film. Anche se da noi è stato tradotto con "Un bacio romantico" il titolo ufficiale del film è "My bluberry nights" cioè, più o meno,  le mie notti al mirtillo.





Lei, Norah Jones, scopre di essere stata tradita mentre si trova nel ristorante di lui, Jude Law. Lui per consolarla le offre una fetta della torta che, pur essendo buonissima, nel suo ristorante resta lì, senza nessuno che la voglia. Abbandonata proprio come lei..
E così una sera dopo l'altra e una fetta dopo l'altra nasce un amicizia che diventa, almeno per lui, qualcosa di più. Poi lei va via, parte alla ricerca di se stessa.
Torna dopo un anno, più sicura di sé e felice di volersi finalmente bene. 
"Rimangono ancora intatte a fine serata?"
"Si, più o meno"
"E perchè continui a farle?"
"Mi piaceva l'idea di averne una pronta nel caso tu fossi spuntata e mi avessi chiesto una fetta".

Le immagini, i paesaggi e i colori di questo film sono straordinari. Alcune inquadrature sarebbero da incorniciare.
Lo ammetto, la storia non è poi così originale. A quante di noi è capitato di avere un'amica che arriva all'improvviso piangente perché  "lui è andato via con un'altra?"
Ecco noi avremmo detto a Norah "Senti meglio ora che poi. Il mondo è pieno di uomini interessanti. Guardati in giro". Forse le avremmo anche offerto un dolcino e via che, come diceva Rossella, quella di "Via col vento", "domani è un altro giorno".

E invece a lei, a Norah, no. Non capita di avere un'amica che le dà un calcio nel sedere e le dà una scossa, no lei incontra uno degli uomini più dolci e romantici del cinema, che la paragona a una torta di mirtilli (ma non è un complimento bellissimo?) e che per di più è anche un bel ragazzo.

Ma cosa vuole di più nella vita? Ha trovato un ragazzo sensibile, con un bel faccino e .... che cucina pure!
Ma perché le fortune capitano sempre alle altre?




Chi ne vuole una fetta?
Torta ai mirtilli

Ingredienti per 8 persone

Impasto base per torte alla frutta (che trovate qui)

  • 250 gr di farina
  • 150 gr di burro
  • 80 gr di zucchero
  • 1 uovo
  • 1/2 bustina di lievito per dolci
  • un pizzico di sale


Due vaschette di mirtilli (ogni vaschetta è di 125 gr)

Per la crema pasticcera

  • 6 tuorli
  • 100 gr di zucchero
  • 50 gr di farina
  • 1/2 litro di latte
  • la buccia di un limone non trattato
Per la meringa
  • 6 albumi
  • 150 gr di zucchero

Inizio facendo la base della torta come descritto qui. Mentre la base si cuoce nel forno preparo la crema pasticcera.
Con una frusta monto i tuorli e lo zucchero fino ad ottenere una crema. Scaldo il latte e spengo il fuoco appena giunge a bollore. Aggiungo al latte la mia crema a base d'uovo e la buccia di limone mescolo bene e riaccendo il fuoco.
Continuo a mescolare e porto a bollore per un paio di minuti. Elimino la buccia di limone.

Verso la crema pasticcera sulla mia base. Lascio raffreddare e cospargo tutta la superficie con i mirtilli.

Monto a neve ben ferma gli albumi con lo zucchero. Verso la meringa sui mirtilli e metto sotto la griglia del forno, alla massima temperatura, per pochi minuti. Tengo d'occhio la torta perchè la meringa brucia rapidamente.

Tolgo dal forno e lascio raffreddare.

La mia torta, a fine serata, non è rimasta intatta. Anzi è proprio sparita.

Con questa ricetta partecipo a:



mercoledì 21 settembre 2011

Impasto base per torte alla frutta

Impasto base per torte alla frutta. un sole nel cielo stellato...



Questa ricetta arriva diretta diretta dal quadernino di mia madre. 
Scriveva le sue ricette preferite e le sue invenzioni gastronomiche su foglietti di carta vari. Solo alla fine ha deciso di cominciare a mettere un po' d'ordine in quel caos culinario trascrivendo le ricette immodificabili, quelle "perfette" che "tanto questa va bene così e non la cambio più" in un quadernino minuscolo che si portava sempre dietro.

Sto quindi per svelarvi uno dei segreti di famiglia, una di quelle ricette che non si dicono, quella che al "ma come l'hai fatta?" si risponde "ma dai, è una cosa da nulla, un po' di burro e farina" e invece hai provato e riprovato togliendo burro, aggiungendo farina, fino ad ottenere la perfezione.

Questa dunque è la sua "Base per torte alla frutta" e no, non è una pasta frolla, che la pasta frolla è tutta un'altra cosa (e ha un'altra pagina nel quadernino, anzi due perchè di pasta frolla non ne esiste una sola, ma questa è un'altra storia). 
Perchè ve la dico? Perchè l'ha fatta lei e voglio che si sappia che ho avuto una madre meravigliosa. 

E per dirle che mi manca.





Impasto base per torte alla frutta

  • 250 gr di farina
  • 150 gr di burro
  • 80 gr di zucchero
  • 1 uovo
  • 1/2 bustina di lievito per dolci
  • un pizzico di sale


Lavorare il burro con lo zucchero. Incorporare il tuorlo e un pizzico di sale.
Aggiungere la farina e il lievito. Lavorare a lungo il composto sulla spianatoia impastando con le mani (mia madre non aveva il Kitchen Aid né il Kenwood, che a questo punto potrebbe essere molto utile).
Lasciare riposare l'impasto per un'oretta. Tirare una sfoglia alta mezzo centimetro e disporla in una tortiera 
imburrata e infarinata, lasciando i bordi un po' alti (con la cottura la pasta si "ritira").
Appoggiare sull'impasto un foglio di carta stagnola (o di carta da forno) e coprirla con fagioli secchi. Così la base della torta non scurisce troppo e rimane bella piatta piatta. Cuocere la base a 190° per 25 - 30 minuti..Pochi minuti prima del termine togliere la carta  stagnola per lasciare dorare leggermente la pasta.
Si lascia raffreddare e si può farcire con crema e frutta fresca.

Non è troppo dolce, non è troppo dura e nemmeno troppo morbida, è semplicemente deliziosa

lunedì 19 settembre 2011

Frittelle di zucchine

Frittelle di zucchini: al formaggio, al  tonno e ai gamberi




Bassi Napoletani e finger food

Cosa c'è di più bello che mangiare con le mani? Mangiare le frittelle con le mani!

"Sapete bambini, une tempo era possibile vedere per le strade di Napoli pentoloni fumanti che friggevano ogni ben di Dio: pizzelle, pesciolini, verdura in pastella, pasta cresciuta... Il tutto veniva messo in coni di carta e mangiato così, per strada".

"Ah ma ci stai parlando del "finger food" mamma?"

".......beh si più o meno sì. Diciamo che un tempo si poteva mangiare con le mani camminando per strada. Oggi si mangia con le mani nei ricevimenti, nelle feste. Il finger food è elegante, ma le sue origini sono umili, povere.".

"A me piace il fingeL food, perché con le mani sa più di cibo"

"Ecco allora oggi si mangia senza forchette".

"Posso pulirmi le mani sulla maglietta?"

"Ah no quello proprio no!"

"Ma questo non è il fingeL food questo è quello che si mangia per strada!"







Frittelle di zucchini 

  • 700 gr di zucchini
  • 1 cipolla
  • 200 gr di farina
  • 4 uova
  • sale
  • Olio per friggere
Per le frittelle al formaggio
  • 2 formaggi di capra da 80 gr l'uno
  • Qualche foglia di menta
Per le frittelle al tonno
  • 100 gr di tonno sott'olio (una scatoletta di tonno da 120 gr)
  • Un mazzetto di prezzemolo
Per le frittelle al granchio
  • Una scatoletta di polpa di granchio da 120 gr
  • Un mazzetto di prezzemolo

Grattugio finemente le zucchine. E'  possibile farlo a mano, ma io sono pigra e quindi uso il robot. 
Le metto in uno strofinaccio pulito e le lascio asciugare nello scolapasta per almeno un paio d'ore.

Trascorso questo tempo, taglio la cipolla a pezzettini piccolissimi, l'aggiungo alla cipolla e mescolo il tutto con farina e uova. 
Insaporisco con il sale e divido il mio composto in tre parti.


Frittelle di zucchine al formaggio
Al primo impasto aggiungo le foglie di menta tritate finissime e il formaggio.  Mescolo rapidamente facendo in modo che il formaggio non si sciolga del tutto, ma vi siano qua e là dei pezzetti più grossi

Frittelle di zucchine al tonno e al granchio
Aggiungo alle restanti due parti di impasto il prezzemolo tritato. Ad una aggiungo il tonno spezzettato e all'altro la polpa di granchio. Mescolo.

L'ideale sarebbe avere 3 padelle in modo da cuocere le frittelle senza che i profumi e  sapori si mescolino tra di loro. In alternativa consiglio di cuocere prima le frittelle al formaggio, quindi cambiare l'olio e pulire la padella con un poco di carta da cucina (attenzione e non bruciarsi le mani) e poi passare alle frittelle di granchio e di tonno.

Metto l'olio nella padella e lo scaldo a fiamma vivace. Verso poi il composto a cucchiaiate nell'olio caldo. Con il cucchiaio appiattisco leggermente la fritella. Aspetto qualche minuto e la giro delicatamente.
Attenzione le frittelle al formaggio sono più "allegre" e schizzano olio bollente.

Man mano che cuocio le frittelle le lascio asciugare su carta da fritti o in alternativa su carta da cucina. Servo in tre piatti da portata differenti. 

Mio figlio preferisce le frittelle al tonno, mia figlia al granchio io ... devo ancora decidere .....

Con questa ricetta partecipo a:


e partecipo anche


venerdì 16 settembre 2011

Torta salata al pomodoro

Torta al pomodoro: un'esplosione di sapore



Siamo andati alla ricerca dei tesori nascosti nei boschi. Abbiamo trovato le campanelline dove dormono le fate, uno sfavillante garofano dei poeti, le nocciole di Cip e Ciop, e le dolcissime more che, magicamente, lungo il percorso del ritorno, sono scomparse lasciando musetti e lingue viola. Che strano potere magico hanno queste bacche!
Al ritorno però la decisione è stata unanime. Questa passeggiata magica è stata bellissima e quindi... quindi bisognava immortalarla per il blog.

Nel frattempo la lunga e fruttuosa ricerca aveva risvegliato un grande appetito nei piccoli ricercatori.
Bisognava preparare qualche cosa di rapido e saporito.

Torta al pomodoro

  • Un rotolo di pasta sfoglia surgelata 
  • 300 gr di pomodorini ciliegia
  • Senape
  • Qualche rametto di timo o di origano (possibilmente fresco)
  • Sale
Lavo i pomodorini, li taglio a metà e li lascio sgocciolare a testa in giù. Lavo il rametto di timo e metto da parte.
Accendo il forno a 200 gradi. Bagno la carta da forno e rivesto una teglia. Metto la pasta sfoglia e la ricopro con un velo di senape.
Ricopro tutta la superficie con i miei pomodorini.
Insaporisco con una spolverata di sale e il timo. 
Metto in forno per un quarto d'ora.
Via! Pronti all'attacco.




Ecco il bottino della nostra caccia al tesoro

mercoledì 14 settembre 2011

Risotto ai mirtilli

Risotto ai mirtilli: un primo piatto dal gusto delicato e dal colore insolito


Era da un pochino che questo risotto mi frullava nella testa, ma avevo qualche perplessità.
Innanzitutto la cipolla. Come la mettiamo la cipolla con i mirtilli? Io proprio il risotto senza cipolla non ce lo vedo. E' come fare le cozze alla marinara senza aglio.
E poi il brodo, non avrebbe coperto il sapore dei mirtilli? E a cuocerlo solo con acqua non rischiavo di fare un piatto insapore?

Ho deciso di fare un giro in internet per dare un occhio alle ricette in rete. Ma la confusione a questo punto è aumentata. C'è chi lo prepara con brodo, chi con acqua chi addirittura solo con vino rosso.

Basta, ho deciso di partire sperimentando e testando. Come giuria i miei figli che mi prendevano in giro "E per prima colazione cosa ci hai preparato mamma: il risotto ai mirtilli?"

Togli qui metti là, le loro faccette non si lluminavano come quando cucino "qualcosa di buono".
Allora ho deciso di tornare alle origini. Ho messo la cipolla e il brodo. E questa sera, alla prima forchettata gli occhi di mio figlio hanno fatto "ding" e si sono illuminati.
"Mamma sì, questa!"
E questa è


Risotto ai mirtilli

Per 4 persone:
  • 320 gr di riso vialone nano
  • Mezza cipolla (circa 50 gr)
  • Una confezione di mirtilli (125 gr)
  • 1 dado
  • 20 gr di burro
  • 2 cucchiai di olio

Preparo il brodo (poco più di mezzo litro) con il dado.
Taglio la cipolla sottilissima e la faccio soffriggere in due cucchiai di olio. Aggiungo il riso e lo lascio cuocere pochi minuti, il tempo necessario per assorbire l'olio e diventare trasaparente.
Verso un poco il brodo e lascio cuocere il tempo indicato sulla confezione mescolando di tanto in tanto e aggiungendo il brodo man mano che evapora.
Nel frattempo frullo i 2/3 dei mirtilli. Un minuto prima del termine della cottura insaporisco con i mirtilli frullati. Mescolo. Spengo il fuoco e aggiungo il burro. Faccio mantecare mescolando delicatamente.
Lascio riposare il tutto qualche minuto.
Servo poi nei piatti decorando con i mirtilli rimasti.

lunedì 12 settembre 2011

Zucchine al forno

Zucchine al forno: anche i piccoli ne vanno pazzi


Quando ero piccolina proprio non c'eraverso. Le zucchine non le mangiavo.
L'uniche che mangiavo erano ... le zucchine della nonna.


Zucchine al forno
Per 4 persone

  • 8 piccole zucchine
  • 100 gr di mortadella
  • 50 gr di parmigiano
  • un mazzetto di prezzemolo
  • un uovo
  • Sale e pepe
  • Olio per ungere la teglia
Lavo le zucchine e le svuoto, trasformandole in piccoli tunnel. Accendo il forno a180 gradi.
Metto nel blender la mortadella, il parmigiano, l'uovo e il prezzemolo. Trito il tutto
Con questo preparato farcisco le zucchine e metto in forno per una mezzora.
I bimbi fanno il bis. Che avevo detto?

Con questa ricetta partecipo a


venerdì 9 settembre 2011

Quaglie all'uva

Quaglie all'uva, o come avrebbe detto Babette: Cailles aux raisin


 
Qualsiasi cosa noi prepariamo è legato a un ricordo, una persona, una storia. E' impossibile creare dal nulla.
Io parto da questo principio e spesso mi trovo ad associare fatti, persone, luoghi con un profumo, un cibo o una ricetta.

A volte mi capita anche mentre guardo un film.
In questo caso si tratta del film "Il pranzo di Babette".
Per chi non lo conoscesse (ma davvero c'è qualcuno che non sa cosa sia?) vi rimando alla scheda del film .

Tra le portate preparate da Babette ci sono le "Cailles en sarcophage".
Qualche tempo dopo ho provato a fare questa ricetta che non ha nulla in comune con le cailles di Babette, eppure.... l'atmosfera di questo film per me è racchiusa qui . La preparazione è lunga e piena di gesti: avvolgere le quaglie, asciugare la pentola dal grasso, il togliere e mettere gli alimenti nella pentole e accendere e spegnere i fuochi, cose che non si fanno per la cucina di tutti i giorni. Quando li eseguo mi sembra di compiere un rituale segreto che porterà un poco di gioia tra i commensali, proprio come accade nel film.
E ancora, il fatto di legare la salsa con la maizena mi sembra qualcosa di antico, di sorpassato, proprio come la casa in cui vive Babette.
Comunque sia, io associo questa ricetta con quel film.


Una scena del film


Quaglie all'uva

Per 4 persone

  • 4 quaglie
  • 500 gr di uva bianca senza semi
  • 4 fettine di pancetta (circa 50 gr)
  • 40 gr di marsala
  • 40 gr di burro
  • 1/2 cucchiaino di maizena
  • 2 fette di pancarre tagliate a metà lungo la diagonale (4 triangoli di pancarre)
  • Noce moscata
  • Sale e pepe

Metto sale e pepe nella pancia della quaglie. Le avvolgo nel lenzuolino di pancetta e le adagio in una pentola in cui ho già messo un pochino d'acqua, giusto un filo per non far attaccare la pancetta.
Accendo il fuoco e lascio cuocere girando dolcemente per qualche minuto. La pancetta però mi serve solo per far dorare le quaglie e non deve essere presente nel mio piatto. Quindi, nel momento in cui le mie quaglie sono ben dorate, spengo il fuoco, tolgo le quaglie, elimino la pancetta (forse la metto nel sugo della pasta che preparero poi? Qui non si butta via niente!), asciugo la pentola dal grasso.
A questo punto metto la metà del burro nella pentola, e metto le quaglie di nuovo in pentola. Ora inizia un  altra cottura.

Quando il burro soffrigge appena (attenzione a non farlo bruciare!) aggiungo il liquore e spengo. Copro la pentola con un coperchio e lascio insaporire così per almeno mezz'ora. Il profumo del liquore entrerà nelle carni rendendole ancora più saporite.

Nel frattempo prendo metà dell'uva e la schiaccio per ottenerne il succo. Io lo faccio direttamente nel colino schiacciando con le mani perché mi piace così. Devo ottenere solo il succo dell'uva, mentre elimino le bucce.
Aggiungo al succo il mio mezzo cucchiaino di maizena e mescolo bene. L'aggiungere la maizena per ispessire la salsa mi sembra un gesto molto "vintage", forse perché ora tendo a eliminare tutte le salsine, lasciando il cibo in versione il più possibile "nature", ma qui siamo in un'altra epoca dove non si faceva attenzione alla linea e al colesterolo.

Bagno le quaglie con il succo. Insaporisco con sale, pepe e noce moscata e metto di nuovo sul fuoco.
Deve cuocere per almeno mezz'ora. Tengo d'occhio la salsina che si sta formando. Se dovessi notare che si sta asciugando troppo dovrei coprire la pentola e abbassare la fiamma.

Pochi minuti prima del termine della cottura delle quaglie faccio sciogliere il burro rimasto in un padellino. Aggiungo l'uva avanzata e lascio cuocere finché gli acini diventano opachi.

Arrovento sulla fiamma forte la griglia e griglio le fettine di pancarre.

A questo punto procedo a impiattare: prima la fetta di pane su cui adagio poi la quaglia. Dispongo gli acini di uva e nappo il tutto con la salsina all'uva.
Et voilà, tout le monde a table!




mercoledì 7 settembre 2011

Ghiacciolo percoca, lime e basilico

Ghiacciolo percoche e lime: una pausa rinfrescante



Il sole nel congelatore.

L'estate è agli sgoccioli, ma il caldo è ancora qui. Accanto agli ultimi frutti di questa stagione compaiono i primi segnali dell'autunno.
Vicino alle ultime pesche e alle percoche ecco spuntano mirtilli, fichi e uva.
E' forse uno dei momenti più "ricchi " dell'anno. Dovrei essere contenta, e forse un po' lo sono, di avere tanti ingredienti a mia disposizione ma.....vorrei riuscire a imprigionare un raggio di sole e tenerlo per me.
Ci provo congelandolo :-)



Ghiacciolo percoca, lime e basilico

Per 6 ghiaccioli:
  • 2 percoche
  • 1 lime
  • 200 ml di acqua
  • 3 cucchiai di zucchero
  • 6 foglie di basilico

In un pentolino metto l'acqua e lo zucchero. Porto a bollore e faccio sciogliere lo zucchero.
Spengo il fuoco e a questo punto aggiungo le foglie di basilico.

Frullo le percoche e aggiungo il succo di mezzo lime. L'altra metà la aglio in fettine sottili e quindi in piccoli quarti.
Tolgo le foglie di basilico al mio sciroppo che nel frattempo ha acquistato un aroma delicato e lo aggiungo al frullato di pesche. Frullo ancora un secondo e verso negli stampi per i ghiaccioli.

In ogni stampino lascio affondare un paio di piccoli pezzetti di lime.
Metto in freezer e lascio congelare.
Ecco fatto, ho il mio raggo di sole.

lunedì 5 settembre 2011

Riso al latte

Riso al latte: dolce e rassicurante


Esistono cibi particolari, quelli che gli americani definiscono "comfort food", ovvero quelle ricette che vengono ripetute più e più volte e che, oltre ad essere apprezzate per il gusto, hanno anche un valore affettivo.
Sono pozioni magiche che hanno il potere di lenire malinconie e tristezze. Hanno il potere di renderci sereni al primo morso e di rassicurarci.
Sono una coccola per il gusto e per l'anima.


Riso al latte
Dosi per 4 persone
  • 500 gr di riso. Io ho usato il Vialone Nano, ma è ottimo anche il Carnaroli 
  • 1 litro di latte
  • 1 stecca di vaniglia
  • 3 cucchiai abbondanti di zucchero di canna integrale
  • Cannella in polvere (facoltativo)
Verso in una pentola bella capiente il latte. Apro la stecca di vaniglia tagliandola per il lungo. Raschio l'interno con la lama del coltello. Ottengo  una  pasta nera un poco appiccicosa, una via di mezzo tra la polvre del caffè e caviale in formato mignon.
La metto nel latte.
Aggiungo lo zucchero ed ecco che il latte magicamente assume un colore cappuccino chiaro.
Faccio bollire.
Pian pano dalla pentola si sprigiona il profumo della vaniglia. Questo è il momento in cui posso aggiungere il mio riso.
Porto a cottura.
Servo.
Io aggiungo un poco di cannella, ma c'è chi preferisce mangiarlo così.
Mio figlio ne mangia tre piatti nature, mia figlia lo copre di cannella. Ma tutti e due lo guardano con occhi luccicanti.

E' buono caldo, tiepido o freddo. Dipende dal tipo di coccola desiderata.



Caldo in inverno, tiepido contro la tristezza e freddo in estate


venerdì 2 settembre 2011

Panzerotti di patate




Panzerotti di patate: morbidi e saporiti


Tate e patate


Quando ero piccolina avevo una tata che mi adorava, ma ero una bimba pestifera, soprattutto con lei. 
Pensavo che fosse un po' colpa sua se mia madre non era con me, e quindi le facevo un sacco di dispetti. 
Teresa ha tentato di tutto per conquistarmi e una delle sue armi, forse quella più convincente, è stato il cibo.
Uno dei miei alimenti preferiti è la patata, che lei mi ha proposto in più varianti. 
Tra le sue ricette che più ricordo volentieri ci sono i panzerotti di patate. Mi piacevano così tanto!

Tempo dopo Teresa è tornata a trovare la mia famiglia. Io non c'ero, ma lasciò per me dei panzerotti belli pronti che preparò lì all'istante, sotto il naso di mia sorella che aveva il compito di prendere appunti.
Credo che mia sorella sia stata distratta un bel po' dalle chiacchiere di mia madre e di Teresa visto che il foglietto con gli appunti della ricetta è solo una lista di ingredienti, senza quantità nè  procedimento. 
Di tanto in tanto prendo in mano questa lista e ci ritento, ma ancora non sono riuscita a rifarli uguali. 

Questa volta ho provato a utilizzare metà dose di farina rispetto al quantitativo di patate e non ho usato l'uovo (o le uova?) previste dall'elenco di Teresa perché questa volta li avrebbe assaggiati anche mia nipote che è allergica. Ho sostituto il lievito fresco, che non avevo (non sono più abituata a comprare il lievito fresco e la mia pasta madre si sta ancora riprendendo dalle vacanze :-D), con il lievito per pizza istantaneo e ho provato a cuocere i panzerotti in forno (anche se la mia tata li friggeva) perché volevo provare una versione "light".

Non sono ancora quelli della mia tata ma sono stati spazzolati tutti in un baleno!

I panzerotti, già belli farciti, sono pronti per entrare nel forno



Panzerotti di patate

  • 500 gr di patate lesse
  • 50 gr di burro a temperatura ambiente
  • 250 gr di farina
  • sale
  • 1 bustina di lievito istantaneo in polvere
Per il ripieno:
  • Mezza mozzarella tagliata a cubetti
  • Una confezione di prosciutto tagliato a cubetti
Lavoro insieme le patate, la farina e il burro. Aggiungo il sale e il lievito e lavoro ancora fino ad ottenere un impasto bello liscio.
Formo tante palline poco più grandi di una noce.
Schiaccio una pallina e metto al centro qualche pezzo di prosciutto e di mozzarella. Schiaccio un'altra pallina e 
richiudo il panzerotto.
Schiaccio un poco sui lati per dare una forma allungata e metto i panzerotti su una teglia ricoperta da carta da forno.
Avendo usato il lievito istantaneo non ho bisogno di aspettare e inforno a 200 gradi per una mezz'ora abbondante.
Nel caso in cui avessi usato il lievito fresco, cosa che di solito faccio, avrei messo i panzerotti sulla teglia ben distanti uno dall'altro e li avrei lasciati nel forno spento a lievitare per almeno 3 ore. Quindi sarei passata alla cottura.
Sono comunque risultati morbidissimi e veramente buoni.


Con questa ricetta partecipo al contest di Mamma Papera's Blog



e partecipo al contest di Pane e olio: