mercoledì 27 marzo 2013

Fideuà des iles


Per questo mese di marzo quelle pazze quelle simpatiche ragazze dell'mtc insieme con Mai, ci hanno chiesto di:
1. cimentarci in un piatto completamente nuovo (pasta prima fritta e poi.. cotta come se fosse riso? ma dico io...)
2. far tutto ciò a "basso costo" pensando di essere su una nave
Quando mi dicono di fare cose impossibili (o quasi) io aggiungo sempre "e nel frattempo cantare la marsigliese, no?" (che, per chi non lo sapesse è l'inno nazionale francese). Devo dire che quest'inno ha in sé qualcosa che incoraggia a cimentarsi anche nelle operazioni più difficili, sarà per questo che loro, i francesi, hanno fatto la rivoluzione e noi no? Mah.

Dopo essermi fatta coraggio cantando a squarciagola la marsigliese, mi sono detta che no, qui la Francia non c'entrava nulla. Corpo di mille balene questa è una ricetta spagnola e io sono su un galeone di pirati.
Quindi evvai con 
"Quindici uomini, quindi uomini
sulla cassa del morto
e una bottiglia di rhum".

Il che mi ha messo nella giusta atmosfera. Mi sono ritrovata su un galeone a preparare il pasto per i pirati. Quindi ho immaginato..
Non ho il pomodoro. Però avrò bene qualche noce di cocco no? Avrò fatto la spesa alla Tortuga. E se così non fosse appena scorgo un'isola prendo uno dei pirati per il fondo della braghetta e per la collottola, lo lancio in mare e gli ordino "e non tornare finchè non mi trovi una noce di cocco.
Ah già, dimenticavo di dirvi che io sono il comandante dei pirati. Una piratessa. 
Che c'è mai visto una pirata donna? Beh cari miei qui vi sbagliate. Ce ne sono state: Anne Bonny o Mary Read, per citare le più famose.
Io non sono tanto famosa perchè mi diverto più a cucinare che a tagliare le teste. E la mia ciurma credo che preferisca così.
Dunque dicevo il cocco, poi..ah si il curry che ho fregato ho prelevato in una delle mie ultime razzie. 
Il pesce, semplice qui metto due o tre dei miei scagnozzi con la lenza e vai.
La salsa.. beh quella è colpa della marsigliese. Ho rivisitato la famosa "rouille", salsa che accompagna la bouillabaisse, la zuppa di pesci che preparano nella Francia del sud. L'ho resa dolce perchè a metà della mia ciurma non piace il gusto piccante.  
La pasta? vabbè non chiedetemi troppo... questi sono segreti da pirata.

Fideuà des iles
(Sorry no translation for this post is too long and I'm too lazy. Please use the button for the translation, it is at the top right)

Ingredienti per 6 persone

  • 500 g spaghetti tipo "fidelini" rotti a pezzetti grandi circa 2 cm
  • 400 ml latte di cocco
  • 3 spicchi d'aglio
  • 6 gamberi rossi 
  • 3 filetti di cernia (200 g circa)
  • 2 platanos (banane da cuocere)
  • 5 cucchiai di noce di cocco grattugiata
  • 1 cucchiaino di curry
  • sale 
  • olio etravergine di oliva

  • Brodo
    • 2 tranci di merluzzetto (circa 400 g)
    • 1 cipolla
    • le teste dei 6 gamberi rossi
    • sale

    Per la salsa "rouille dolce"
    • 1 peperone rosso 
    • 1 patata dolce
    • sale


    Prima di iniziare.
    Inanzittuto la pentola. Deve essere bassa e larga con i bordi alti e magari il fondo spesso di modo che gli alimenti cuociano in maniera regolare. Io ho usato una delle mie pentole preferite: un mega padellone che è più un arma impropria che una pentola. Ma ricordate una cosa: più una padella pesa e più uccide, no cioè, volevo dire più cuoce meglio :-D
    Parola d'ordine di questa ricetta: organizzazione. La fideuà è stupenda, ma richiede molto ordine e soprattutto il preparare più cose in contemporanea, altrimenti resterete tutto il giorno in cucina.

    Vi consiglio di:
    • iniziare leggendo bene la ricetta (ma questo lo fate sempre ...vero????)
    • preparare tutti gli ingredienti belli in ordine sul tavolo, o dove volete voi, ma devono essere già lì belli lavati (e anche questo è un suggerimento ovvio ...giusto?????)
    • poi mettete in pista il brodo e la salsa. Se siete persone mooolto organizzate, come ad esempio la sottoscritta (ehmm io ve lo scrivo,  tanto poi voi non potete controllare) potreste essere così brave da preparare il giorno prima sia la salsa che il brodo.
    • se preparate tutto lo stesso giorno niente pause caffè finchè non avete messo in pista queste due preparazioni. OK? la patata dolce, il brodo e il peperone POI il caffè.
    • dal momento in cui cominciate a friggere la pasta NON potete più fermarvi altrimenti i pesci diventeranno freddi. Per avere un'idea dei tempi a partire dalla frittura della pasta in mezz'ora (se avete già rotto gli spaghetti e avete tutti gli ingredienti pronti) massimo quaranta minuti la fideuà sarà pronta. 


    Ora si comincia. Partiamo dalla coda, cioè dalla salsa

    Salsa rouille dolce
    • Per prima cosa devo togliere la pelle al peperone. Quindi lo lavo (ma non lo avevate già preparato?) e lo metto a contatto diretto con la fiamma del fornello. Lo rigiro di tanto in tanto finchè non ho bruciato tutta la sua pelle. Lo metto poi in una pentola che chiudo con un coperchio e lo lascio raffreddare così.  Dopo che si sarà ben raffreddato tolgo la pelle bruciata con le mani e poi lo passo rapidamente sotto l'acqua per eliminare gli eventuali residui.
    • Lo apro elimino i semini e il "cappello" con il picciolo.
    • Mentre il peperone si raffredda metto a bollire la patata dolce in acqua salata. Attenzione il tempo di cottura sarà più lungo  della patata normale. Non posso dirvi quanto ci vorrà perchè, ovviamente, dipende dalle dimensioni della patata. Punzecchiatela con una forchetta. Quando i rebbi (le punte) entreranno nella patata con facilità la patate è cotta. Se la patata dovesse essere molto grande, beh cuocetela e usatene solo metà. L'altra metà schiacciatela con una forchetta e metteteci sopra un po' di zucchero. Se avete in giro la ciurma, cioè volevo dire i figli,  sparirà in un secondo.
    • Metto il peperone tagliato in pezzi e la patata dolce nel frullatore, aggiungo un po' di sale e frullo. Se desiderate una salsa un pochino più morbida aggiungete un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva. Io no. Devo dare da mangiare a una ciurma, mica devo fare un pranzo di gala!

    Il brodo
    • Pulisco i gamberi lasciando solo la polpa. Si si lo so che sarebbe più carino, e anche più buono,  lasciarli interi, ma preferisco che la ciurma non scavi con le mani nel piatto, altrimenti so cosa potrebbe accadere: mi ritroverei pezzi di pesce anche sul soffitto. Ma questa "problematica" ha un vantaggio: posso usare "gli scarti" per realizzare un brodo veramente buonissimo. Quindi ... gli scarti vanno in pentola insieme a: cipolla, i tranci di merluzzetto e un pizzico di sale.
    • Aggiungo un paio di litri d'acqua e metto sul fuoco.
    • Dopo una mezz'ora abbondante spengo il fuoco
    • Se avete intenzione di preparare il brodo il giorno prima fermatevi qui. Lasciate raffreddare e poi mettete in un contenitore (chiuso, a meno che non vi piacciano le fragole al sapore di pesce). Il giorno dopo passate al punto successivo
    • Prima di utilizzare il brodo "pesco" dalla pentola i tranci di merluzzetto. Lo spino e conservo al caldo la sua carne. Filtro il brodo e lo rimetto in pentola.  

    La pasta 
    • Come si fa a rompere i fidelini in pezzettini? Prendete un canovaccio (pulito!) e con le mani rompetevi sopra la pasta. Quindi arrotolate il canovaccio e date qualche pugno bello pesante (ooooh come è rilassante vero? Si però non prendeteci gusto, non abbiamo bisogno di farina di spaghetti!). Certo non sono perfetti. Ma sono buoni uguali e quando i pirati mangiano, non stanno a controllare la lunghezza dei fideuà.
    • Metto un poco d'olio sul fondo della pentola e scaldo ben bene. Mettete il palmo della mano sopra la pentola (no NON dentro, ho detto sopra, a circa 10 cm dal fondo tanto per intenderci!) e quando sentirete il calore è il momento giusto per versare gli spaghettini.
    • I fidelini dovranno friggere, fino a  diventare di un bel colore dorato. A questo punto li togliamo dalla pentola e li mettiamo da parte.
    • Utilizzando la stessa pentola, magari mettendoci un altro filo d'olio, facciamo saltare per qualche minuto i gamberi. Poi li mettiamo da parte in caldo. Per tenere in caldo gli alimenti spesso io li lascio chiusi tra due scodelle "scaldate" nel forno (50 gradi) per una decina di minuti.
    • Sempre nel mitico padellone cuocio anche i filetti di cernia, che metto da parte insieme ai gamberi e ai pezzetti di merluzzetto che ho cotto nel brodo.
    • Infine aggiungo un altro po' d'olio e faccio friggere le fettine di platanos che lascio da parte, in una doppia scodella da soli (NON insieme ai pesci. Devono restare croccanti come patatine fritte e se li mettessi insieme ai pesci assorbirebbero l'umido, diventando molli).




    Finito di friggere prepariamo l'assemblaggio del tutto.
    • Con un poco di carta da cucina tolgo dalla padella eventuali residui e olio in eccesso. Aggiungo un paio di cucchiai di olio e schiaccio con l'apposito attrezzo 3 spicchi d'aglio. Lascio scaldare e quando avverto l'odore dell'aglio o come prima quando avverto il calore dell'olio sul palmo della mano,  aggiungo il latte di cocco, 4 cucchiai di cocco grattugiato (1 cucchiaio mi servirà per guarnire), il cucchiaino di curry e il brodo. Quanto? Come suggerisce Mai : il quantitativo necessario per coprire la pasta. Quindi dipende dalla pentola. Tenete comunque il brodo (caldo) a portata di mano (e se finisce, una pentola di acqua bollente) da aggiungere, eventualmente durante la cottura.
    • Appena il brodo con il cocco prende bollore aggiungo la pasta, stendendola ben bene sul fondo della padella. Controllate i tempi di cottura della pasta (la mia 10 minuti) e a metà cottura aggiungete i pesci: gamberoni, merluzzetto e cernia.
    • Durante la cottura mescolo delicatamente ed eventualmente aggiungo altro brodo caldo (o, se il brodo è finito, acqua calda)
    • A fine cottura aggiungo i platanos e spolverizzo con il cocco
    Suono la campana del mio veliero e la ciurma arriva, scompigliata e affamata. 


    Con questa ricetta partecipo all'mtchallange di marzo






lunedì 25 marzo 2013

Biscotti di maizena e cocco al lemon curd


Questa ricetta non solo è facilissima, è anche adatta per celiaci e, se eliminiamo la farcia e proponiamo solo il biscotto, anche per chi è allergico all'uovo. Non vi ho ancora convinto?  Va bene se vi dico che è  davvero superveloce? 

I biscotti sono soffici, tanto che mi è venuto quasi il dubbio di classificarli come "woopie pie", le tortine tanto di moda ultimamente, e sono tanto buoni che possono essere mangiati anche da soli, senza aggiungere altro

Ma sono stati pensati per il contest colors and food, quindi ho provato ad associarli con il lemon curd, la cui ricetta trovate qui, (anche quella è velocissima). 
A me sono piaciuti, da matti. Ma prima di pubblicare ho chiesto il parere del critico gastronomico più difficile che io conosca, sempre moooolto severo. L'ho atteso al varco all'ora della merenda...

"Puoi provare e mi dici che ne pensi?"
"Che è sta roba mà?"
"Un esperimento. Dimmi cosa ne pensi."
"Oh ma una roba normale mai? Che ne so tipo un panino con la nutella no?"

Afferra la preda e la guarda da tutti i lati. L'annusa. 
Io ho il fiato sospeso quasi stessi assistendo alla caccia di un ghepardo.
Si decide a darle un morso. Gli occhi gli si illuminano e la preda scompare velocemente
.............

"Mi@WZX#ia mama ci sta!
"Allora ti piace? Posso pubblicare?"
"Ci sta, ci sta. Ci sta di brutto"

Nel caso vogliate ragguagli sulle quotazioni date dal figlio - critico gastronomico:

Ci sta di brutto = 3 stelle 
Mmmmh però = 2 stelle
Ok = una stella
(le votazioni negative ve le risparmio, non voglio rischiare la censura)

Quindi, il "ci sta" ripetuto due volte equivale a un 3 stelle più e poi c'è il (o la?) "Mi...@WZX#..ia" che equivale più o meno alla lode.
Quindi.... eccovi la ricetta stellata :-D




Biscotti di maizena e cocco e lemon curd
(english version below)
Ingredienti per 20 biscotti:

Per i biscotti

  • 500 g maizena
  • 300 ml latte concentrato zuccherato
  • 300 ml latte di cocco
  • 200 gr cocco grattugiato secco
  • 1 bustina di lievito per dolci vaniglinato

Per farcire:


Scaldo il forno a 200°.
Metto un foglio di carta da forno su un teglia
Metto in una ciotola maizena e il cocco grattugiato. 
Aggiungo il latte di cocco e il latte concentrato. Impasto fino ad ottenere un composto omogeneo.
Aggiungo i lievito e mescolo. Otterrò un composto piuttosto morbido e appiccicoso.

Formo delle palline poco più piccole di una noce che metterò sulla carta da forno. 
Ogni 10 - 15 palline mi dovrò fermare per lavarmi le mani, altrimenti l'impasto che mi rimane sulle mani non mi permetterà di fare delle palline regolari.

Metto i biscotti nel forno e lascio cuocere per 12 minuti (circa), cioè il tempo necessario perchè i biscotti siano dorati alla base e non in superficie.

Metto i biscotti a raffreddare su una griglia. Una volta raffreddati farcisco con il lemon curd
Ecco fatto.




Cornstarch and coconut cookies with lemon curd
Ingredients for 25 cookies:

For the cookies

  • 500 g cornstarch
  • 300 ml sweetened condensed milk
  • 300 ml coconut milk
  • 200 gr grated coconut dry
  • 1 teaspoon of baking powder


For the filling:



I turn on the oven to 200 °.
I put a sheet of parchment paper on a baking tray
I put in a bowl cornstarch and grated coconut.
Add the coconut milk and concentrated milk. I mix until the mixture is smooth.
Add the yeast and stir. Will I get a rather soft and sticky dough.


I form some balls a little smaller than a walnut and put on parchment paper.
Every 10 to 15 balls I'll have to stop to wash my hands, otherwise the dough I have left on my hands will not allow me to make regular balls.

I put the biscuits in the oven and let cook for 12 minutes (approximately), ie the time it takes the cookies are golden at the base and not on the surface.


I put the cookies to cool on a rack. Once cooled filled them with lemon curd
That's it.




Con questa ricetta partecipo a Colors and Food: Marzo in bianco e giallo!




giovedì 21 marzo 2013

Lemon curd



Ma quanto sono belli i limoni? E quanto sono buoni?
Quando li ho visti così belli profumati ho pensato di trasformarli in un lemon curd da spalmare sui toast, bevendo tè.
Il risultato è stato un vasetto luminoso, pieno di sole e profumo.

Per la ricetta mi sono affidata all'uomo che "non mi tradisce mai" lui, Michel Roux e al suo libro salse ooops volevo dire uova (ecco cosa succede a scrivere i post di notte!) .
Non ne ho cambiato una virgola, a parte i tempi di cottura, un pochino più lunghi per me.

La crema è facilissima da fare e rapida. Unico consiglio: attenzione alla cottura: la temperatura non deve essere molto elevata (per questo l'acqua bollente non deve toccare la pentola degli ingredienti) e mescolate, mescolate, mescolate, altrimenti i rossi d'uovo potrebbero depositarsi sulle pareti della pentola facendo "impazzire" la crema.

Infine togliete la crema dal fuoco appena si addensa, altrimenti i tuorli d'uovo rapprenderanno e la crema sarà immangiabile.






Lemon curd 
(English version below)
Ingredienti:
  • 200 g burro
  • 200 g zucchero
  • 4 tuorli 
  • la scorza grattugiata e il succo di 3 limoni
Metto il burro, lo zucchero, la scorza e il succo dei limoni in una pentola.
In una pentola leggermente più grande faccio bollire un po' di acqua.
Appena l'acqua prende bollore inserisco la pentola con gli ingredienti facendo attenzione di non metterla a contatto con l'acqua calda.
Mescolo con il frustino fino ad ottenere una crema.

Aggiungo i rossi d'uovo e continuo a mescolare finché la crema inizia ad addensarsi (il libro dice circa una decina di minuti, a me ne sono occorsi quindici).

Verso la crema nei vasetti, lascio raffreddare e chiudo il barattolo.
Questa crema può essere spalmata sul pane, su biscotti secchi, oppure può farcire piccole crostate.
Si conserva in frigorifero per qualche giorno




Lemon curd
Ingredients
  • 200 g butter
  • 200 g sugar
  • 4 egg yolks
  • Grated zest and juice of 3 lemons
I put the butter, sugar, zest and lemon juice in a saucepan.
In a pot slightly larger I boil some water.
When the water comes to the boil I put the pot with the ingredients being careful not to get it wet with hot water.
I mix with whisk until creamy.

I add the egg yolks and continue to mix until the cream begins to thicken (the book says about ten minutes, it took me fifteen).

I pour the cream into jars, let cool and close the jar.

This cream can be spread on bread, on crackers, or it can fill small tarts.
It can be kept in the refrigerator for a few days































lunedì 18 marzo 2013

Mele al forno - Baked Apples



Ecco di nuovo il mal tempo. Dopo il sole qui ritorna la neve e io che avevo già cominciato ad adocchiare , si lo ammetto, ad assaggiare le prime fragole, oggi faccio un passo indietro e riaccendo il forno per metterci le mele. Proprio come in inverno.

Paola ha organizzato un contest in cui chiede una ricetta "della nonna".
E' parecchio che ci penso. Voglio partecipare ma, cara Paola, mi hai messo in seria difficoltà. Eh si perchè la nonna è stata la mia prima maestra di cucina.
Durante le vacanze estive io mi mettevo seduta al grande (ma sarà stato davvero così grande?) tavolo quadrato della sua cucina, ricoperto con una tovaglia di plastica (così si pulisce meglio dopo che hai impastato), aprivo il mio quadernino e scrivevo ... scrivevo... No non i compiti, ma le ricette che intanto lei preparava accendendo forni e fornelli e, a volte anche il camino.

Lei mi ha insegnato a chiudere i tortellini, "Chiudili tu con il tuo mignolino che così vengono più piccini. Piega indietro il fazzolettino che hanno sulla testa".

E faceva da mangiare per tutti. Eravamo una moltitidine di cuginetti (più o meno una quindicina) più una decina di zii e amici vari. Le nostre tavolate erano più lunghe della vicina trattoria, e si mangiava sempre primo, secondo e contorno. Nelle grandi occasioni, che non erano poi così rare, c'era anche l'antipasto e il dolce. E una volta ricordo che non so perchè decise di fare la pizza nel forno a legna fuori sul prato per tutto il Paese.
Non so quanto impasto preparò, so solo che lo mise a lievitare...nel letto sotto le coperte :-D
Una tavola di legno coperta da una tovaglia e una coperta appoggiati sul letto. Noi cuginetti andavamo a spiare "il fantasma della pizza" che di ora in ora diventava sempre più grande.
Ma che buona quella pizza! Mai più mangiata una pizza così. 

Ho ancora quel quaderno e rido sotto i baffi guardando la mia scrittura incerta. 
Sapeva trasformare tutto, ma proprio tutto, in cose magnifiche. Le uova delle galline, le verdure dell'orto e la frutta degli alberi. Finite le vacanze partivamo con il baule della macchina riempito per metà dalle sue conserve e confetture.
In particolare la sua confettura di susine era uno spettacolo: dolce con una punta di aspro e mi accompagnava per gran parte dell'anno. Panini con la marmellata, crostate e mele al forno mangiati in inverno mi riportavano alle vacanze estive.

Della mia nonna ho parlato spesso in questo blog: qui quando ho preparato le zeppole di San Giuseppe (dai che domani le preparo!) con tanto di paragone di scrittura nonna - nipote :-) oppure qui con il gattà di patate, ma forse la mela al forno, nella sua bontà e semplicità, è la ricetta che le somiglia di più


Mele al forno
(english version below)
Ingredienti per 4 persone
  • 4 mele renette
  • 4 cucchiaini di confettura di prugne
  • Un pezzettino di burro per ungere la pirofila
E' una ricetta tanto buona quanto semplice. 
L'unica difficoltà, se così vogliamo chiamarla, è scavare il buco al centro della mela. Qui infatti bisogna fare attenzione e lasciare un poco di polpa sul fondo della mela. In caso contrario la marmellata uscirà dal foro (e questo è ovvio) ma ciò che non è ovvio è che brucerà sul fondo della pirofila dando un particolare sapore "affumicato" (e non troppo gradevole) alle vostre mele.

E' una ricetta che si può preparare anche con i bambini: voi togliete i torsoli e loro riempiono i buchi con la marmellata. Una catena di montaggio che si arresterà spesso per assaggiare, di tanto in tanto, un pezzo di mela e un cucchiaino di marmellata, o magari tutte e due insieme.

Dunque partiamo. 
Imburro una pirofila e accendo il forno a 180°.
Lavo le mele e con un toglitorsolo scavo un buco superando il centro della mela ma NON andando fino in fondo.
Riempio ogni buco con un paio di cucchiaini di confettura di prugne (magari il tipo Modena, che ha un sapore leggermente aspro, come quella che faceva la mia nonna).
Se volete potete anche spolverizzare con la cannella, io, pur amando l'accoppiata mela e cannella, qui non uso spezie. Amo questa ricetta per la sua estrema semplicità e perchè mi riporta all'infanzia, dove di cannella non c'era traccia. Questa è arrivata dopo, con l'adolescenza e i viaggi all'estero.
Metto in forno e lascio cuocere per almeno mezz'ora.
Attenzione! Prima di servire lasciate riposare almeno un quarto d'ora. La mela all'esterno è calda, ma la marmellata nel forno, si è caramellizzata e quindi è davvero rovente.











Baked Apples
Ingredients for 4 people
  • 4 apples
  • 4 teaspoons of plum jam
  • A small piece of butter to grease the pan
It 'sa recipe as good as simple.
The only difficulty is to dig the hole in the center of the apple. You have to pay attention and leave a little pulp on the bottom of the apple. Otherwise, the jam will come out of the hole (and this is obvious), but what is not obvious is that it will burn on the bottom of the pan, giving a special flavor "smoked" (and not too attractive) to your apples.

It 'a recipe can also be prepared with the children you remove the cores and they fill the holes with jam. An assembly that will stop often to taste, from time to time, a piece of apple and a teaspoon of jam, or perhaps both together.


So we start.
I buttered a baking dish and turn the oven to 180 degrees.
I wash the apples and dig a hole past the center of the apple but NOT going to the end.
Fill each hole with a couple of teaspoons of plum jam (maybe the type Modena, which has a slightly sour taste, as the jam was preparing my grandmother).
If you want you can also sprinkle with cinnamon, although I love the combination apple and cinnamon, we do not use spices in this recipe. I love this recipe for its simplicity and because it brings me back to childhood, where there was no trace of cinnamon. This came after, with adolescence and travel abroad.
I put it in the oven and let cook for at least half an hour.
Warning! Before serving, let stand at least a quarter of an hour. The apple is hot outside, but the jam in the oven, it is caramelized and so it's really hot.

Con questa ricetta partecipo al contest di Paola "il piatto della vostra nonna"






mercoledì 6 marzo 2013

Hi-hat cupcake


No, non ho saputo resistere.
Ci sono capitata per caso. Cercavo tutt'altro quando l'ho visto. Lì sul sito di Martha Stewart.
Del resto chi mi conosce lo sa. Io al cioccolato (soprattutto a quello fondente) non dico di no.

Non so se il suo nome derivi dal cappello di lana con tanto di cuffie che gli adolescenti (e non solo loro!) si calano sulla testa, però già lo trovo buffo e intrigante. 
Leggo la ricetta e mi accorgo che la base è una devil's food cake. La torta cibo del diavolo, una delle mie torte preferite (che tra l'altro è l'antenata della più nota Red Velvet Cake, che qui trovate nella versione gluten-free).

Proseguo nella lettura e scopro che il frosting è in realtà una quasi-meringa, il tutto coperto da uno strato compatto di cioccolato fondente.
Ecco solo a descriverla mi viene voglia di scappare di là in cucina e mettermi a rifarli.
Però questa volta mi trattengo, giusto per dirvi: provateli! Non sono così difficili come sembrano.

Potete anche preparare la base il giorno prima e poi dedicarvi al frosting e alla copertura il giorno seguente.
Tirateli fuori dal frigorifero ameno un quarto d'ora prima di servirli, riacquisteranno tutto il loro splendido colore.
Hi-Hat Cupcake
ricetta da Martha Stewart
Ingredienti per 20 cupcakes
Per la base
180 g burro a temperatura ambiente
90 g cacao
90 g acqua calda
90 g latticello
360 g farina
1 cucchiaino di bicarbonato di soda
1/2 cucchiaino di sale
160 g zucchero
2 uova
1 cucchiaino di vaniglia

Per il frosting
600 g zucchero
6 bianchi d'uovo a temperatura ambiente
120 g acqua
1/2 cucchiaino di cremor tartaro
1 cucchiaino di estratto di vaniglia

Per la copertura di cioccolata
700 g cioccolato fondente al 50%
6 cucchiai di olio di girasole

Base
Per prima cosa scaldo il forno a 180° e preparo i pirottini negli stampi da muffin.
In una ciotola mescolo il cacao con l'acqua calda fino ad ottenere un composto morbido. Aggiungo il il latticello, mescolo e lascio da parte.

In una seconda ciotola mescolo la farina setacciata, il sale e il bicarbonato di soda, mescolo e lascio da parte.

Nel frattempo, con l'aiuto della frusta elettrica, mescolo, in un'altra ciotola, il burro e lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Raggiunto questo stadio mescolo ancora per 3-4 minuti e quindi aggiungo le uova una alla volta continuando a mescolare.
Aggiungo quindi la vaniglia.

A questo punto aggiungo il composto a base di farina alternandolo con l'impasto a base di cacao. Faccio attenzione di iniziare e terminare con il composto a base di farina.
Continuo a utilizzare le fruste finché non ottengo un composto omogeneo.

Verso l'impasto nei pirottini di carta e faccio cuocere nel forno caldo (sempre a 180°) per circa 15 minuti. Controllo che i cupcakes sono cotti infilando uno stuzzicadenti nell'impasto. Se ne esce pulito il cupcake è pronto!

Spengo il forno, tolgo gli stampi dal forno e lascio riposare per circa un quarto d'ora.
Tolgo i cupcakes dagli stampi e lascio raffreddare su una graticola per dolci.
Frosting
In una pentola, o in una ciotola di metallo, (attenzione poi dovrò mettere questo contenitore a cuocere a bagnomaria), metto lo zucchero, i bianchi d'uovo, l'acqua e il cremor tartaro.
Con l'aiuto di una frusta elettrica mescolo finché non ottengo un composto spumoso.

Nel frattempo preparo il bagnomaria facendo scaldare un poco d'acqua in una pentola sufficientemente capiente e appena l'acqua comincia a bollire vi trasferisco la pentola con i bianchi d'uovo montati.
Continuo a utilizzare le fruste per circa 5 minuti, finché, toccando i bianchi montati a neve, questi non risultino tiepidi.
Aggiungo la vaniglia, tolgo dal fuoco e continuo a utilizzare le fruste per altri 15 minuti.

A questo punto trasferisco il frosting in un sac a poche con punta tonda.
Partendo dal centro del cupcake disegno una spirale che va verso l'esterno. Arrivata al bordo torno inidietro e formo un "secondo piano".

Sono stata un po' avara con il frosting, ma devo dire che mentre preparavo mi sono spaventata, pensavo di avere esagerato e mi sono fermata troppo presto.
Risultato ho avanzato tantissimo frosting e una volta assaggiati i cupcake mi sono pentita. Vi esagerate, ne vale la pena!.

Mentre preparo la copertura di cioccolato lascio riposare i cupcakes in frigorifero.


Copertura al cioccolato
Spezzetto il cioccolato in una pentola e aggiungo l'olio di girasole. Metto il cioccolato a cuocere a bagnomaria e lo lascio sciogliere mescolando.

Una volta sciolto lo trasferisco in un contenitore piccolo ma profondo (ad esempio il bricco del latte).
Lascio raffreddare per un quarto d'ora

Assemblaggio
Appoggio due graticole da dolci su un foglio di cara da forno (così eviterò di sporcare il tavolo con il cioccolato che sgocciolerà dai cupcakes).
Prendendo il cupcake per la base lo immergo rapidamente nella copertura. Lo estraggo e lo lascio asciugare sulla gratella. Procedo così per tutti i cupcakes.
Al termine con un cucchiaino prelevo un poco di copertura che faccio colare su eventuali "buchi".

Mettere in frigorifero per 2 ore prima di servire.

 Martha dice che questi cupcakes si conservano per due giorni. Io proprio non ve lo posso dire. Peccato.