giovedì 23 settembre 2010

Fiori per me


Esistono ricette che hanno un potere particolare su di noi. Ci ricordano l'infanzia, o un momento particolare della nostra vita. Magari non sappiamo nemmeno il perché ma riescono a consolare, proprio come un abbraccio o una carezza.
Sono i piatti che servono per coccolarci.

A volte accade che quando sono sola e mi voglio premiare pesco dalla memoria una di queste ricette.
A volte, invece, accade che mi ritrovi davanti un mazzo di fiori. E allora me li mangio. Rigorosamente con le mani


Fiori di zucca fritti
5 fiori di zucca
2 alici sott'olio
2 cucchiai di ricotta
farina
olio per friggere

Lavo i fiori e tolgo il pistillo facendo attenzione a non rovinare il fiore. Lascio asciugare nel colapasta mentre preparo il ripieno.
Sminuzzo le alici e le mescolo alla ricotta. Riempio il fiore.  Passo il fiore nella farina e friggo per 1 o 2 minuti. Appoggio il fiore sulla carta da cucina per eliminare l'olio in eccesso.
Lo metto nel piatto e lo mangio. Rigorosamente con le mani.


giovedì 16 settembre 2010

Bambini gonfiabili





I miei bimbi non sono umani, ne sono sicura, sono alieni. L'acqua del mare produce su di loro strani effetti.
Possibile che tutti gli anni, al ritorno dalle vacanze, le ditina dei loro piedi fuoriescono dai sandaletti acquistati prima di partire? E i pantaloni? Perché nei mesi estivi si accorciano mostruosamente fino ad arrivare sopra la caviglia?
Ho pure cambiato il detersivo della lavatrice, ma no, non è quello, sono proprio loro che si espandono nello spazio a velocità supersonica.
Andiamo allora ad acquistare un nuovo kit: pantaloni - maglie - vestiti -occorrente per lo sport - scarpe (2 numeri in più!!!!).

Bene, sembra un'operazione abbastanza facile, e per renderla ancora più semplice scelgo uno quei posti dove posso trovare tute, scarpine, costumi da bagno (si ci sono anche i corsi di nuoto) e altro a prezzi accessibili.

Bello, il grande trova subito il costume e si fionda in camerino, se continua così in mezz'ora siamo fuori, penso allegramente, ma......

Mentre Artur prova, Ginevra pensa bene di nascondersi tra le tute da ginnastica. Mi tocca camminare piegata in 4 spostando pantaloni e giacche. La sento ridere ma non la vedo.

"Mammmaaaaaaaaa il costume non mi staaaaa"
Corro al corridoio numero 4, recupero costumi di una taglia più piccola e li lancio all'interno della cabina di prova.
Sento dei piedini correre...direzione nord-est settore 6. Scatto furente.

"Nooooooo mammaaaaaa è il colore che non mi staaaaa".
Arggggh

Risatine provenienti dal settore 7. Agguanto una bambina che si nasconde sotto le gonne. Accidenti non è la mia di chi è? Forse è un residuo dei saldi estivi. 

"Rossooooo proprio nooo" 
Ritorno al settore 4 recupero un costume blu e uno azzurro.
"Grazie mamma, così vanno meglio".

Controllo i miei livelli:
  • Ansia: livello: arancione
  • Rabbia: livello: giallo
Ok posso ancora farcela. Respiro profondamente. Mi metto a 4 zampe e guardo per terra: Ginevra non sa volare, per fortuna.

Mi giro e mi ritrovo a 2 cm da un paio di scarpe da ginnastica (noto che sono pulite) direi un 38 - 39. Non può essere Ginevra. Alzo lo sguardo.
"Ha bisogno di aiuto signora?"
WoW una commessa. Esistono!
"Si ho perso mia figlia".

Decidiamo per una manovra a tenaglia: lei parte dal settore 1 io dal 9 ci ritroveremo al 4 entro 10 minuti.
Dieci minuti dopo, settore 4, camerino di prova dei costumi da bagno.
.....
Artur è sparito. Sarà scappato con la commessa? Compare Ginevra.
Il primo pensiero è quello di ammanettarla a un portabiti e proseguire nella ricerca di Artur.
Opto per un'azione meno drastica: un diversivo
"Vieni cerchiamo una tutina color FUCSIAN".

Stumpf, stumpf, stumpf. Rumore sospetto, origine settore 5.

Livelli
  • Ansia: sempre arancione
  • Rabbia: arancione tendente al rosso (arggh)
  • Sudorazione: abbondante
  • Prurito alle mani: in aumento
Tutina trovata, provata, e presa ci dirigiamo verso i rumori sospetti. Artur sta giocando a calcio in mezzo ad una corsia. Per fortuna non è in costume da bagno.

Agguanto il marziano grande, quella piccola è già agganciata e ci dirigiamo verso l'obiettivo: le casse.

Passiamo accanto a delle tende da campeggio, il mio sistema di sicurezza lampeggia "pericolo in avvicinamento" ma è troppo tardi. Sono scomparsi di nuovo e a me rimangono costumi, magliette, pantaloni e altro.
Basta vado alla cassa.

Ci arrivo sudata e stralunata, ma ci arrivo. Controllo l'orologio: tempo impiegato per gli acquisti: mezz'ora, tempo occorrente per cercarli: un ora e mezzo e non è finita.
Con la coda dell'occhio vedo una tenda  a forma di casa che ondeggia paurosamente e li sento ridere contenti. Credo che si stiano divertendo a lanciarsi da una parete all'altra.
Ho deciso: se qualcuno (ma chi? Qui ci sono solo genitori che vagolano disperati urlando nomi maschili e femminili) mi chiede se quelli sono figli miei io nego, nego tutto.
"Signora ha per caso visto una bambina con un vestitino a quadrettini rosa?" "Ah è la sua? Si sotto le gonne, settore 7"
"Grazie, grazie mille".

La cassiera mi guarda con aria di compassione.
"Ma perché non inventano dei bambini gonfiabili, che uno ci perde un po' di tempo per gonfiarli della misura dei propri, ma poi viene qui prova loro i vestiti e basta."
Lei sbarra gli occhi e mi dice "Ma sa che è un'idea geniale?"
A questo punto sono sicura: è una mamma anche lei.


Pasta con le vongole
Tanto per pensare ancora un pochino alle vacanze e al mare.
  • Una confezione di vongole (di solito sono circa 500 grammi). Le mie preferite sono le vongole veraci, quelle con le due corna, tanto per intenderci
  • Spaghetti. Con i crostacei e i frutti di mare sono indicati gli spaghettini, ma li io adoro anche con  le linguine. Il peso ideale è 70 gr. di pasta per persona, ma la pasta con le vongole piace tanto e quindi io abbondo. 
  • 3 o 4 spicchi d'aglio
  • Un peperoncino rosso (facoltativo, ma troppo buono)
  • Un bel mazzo di prezzemolo lavato e tritato
  • Olio d'oliva extravergine
  • Sale grosso
  • Pepe
Metto le vongole in tanta acqua dolce e le lascio "spurgare", cioè eliminare la sabbia, almeno per un paio d'ore (anche di più, che non fa male).
Faccio bollire l'acqua con mezzo pugno di sale grosso. Quando raggiunge il bollore metto a cuocere gli spaghetti (o le linguine) per il tempo indicato sulla confezione meno un minuto, perché la pasta mi piace bella al dente.

Nel frattempo in una pentola alta scaldo l'olio con il peperoncino e gli spicchi d'aglio sbucciati che lascio cuocere solo per pochissimo tempo, giusto finché non hanno sprigionato il loro aroma.
Tolgo il peperoncino e a questo punto ho due possibilità: se non voglio correre il rischio di mangiare l'aglio lo elimino, altrimenti aggiungo rapidamente le vongole.

Man mano che si aprono le tolgo dalla pentola e le metto in una ciotola di servizio.
Elimino le vongole che non si aprono perché non vanno mangiate.

Controllo il sughetto lasciato sul fondo della pentola dalle vongole. Se c'è sabbia (e spesso succede) filtro tutto con un colino da té.

Scolo la pasta, la metto nella ciotola con le vongole.
Condisco con un filo d'olio d'oliva e mescolo il tutto.
Scaldo il sughetto delle vongole, aggiungo il prezzemolo e condisco la pasta.

Mescolo, insaporisco con una spolveratina di pepe e porto in tavola.







giovedì 9 settembre 2010

Si ritorna a scuola

Tra pochissimo inizia il nuovo anno scolastico. Mi trattengo a malapena dall'imporvvisare sambe e ole in giro per la casa. I miei figli mi guardano perplessi non sapendo come interpretare il mio comportamento. Sta scherzando vero?
 
Lo so, lo so le mamme non lo dicono mai, eppure sono sicura che pensano. ciò che io manifesto apertamente Tre mesi di vacanza dalla scuola sono troppi, ma non per i bimbi, per i genitori!
 
Le piccole pesti che ti scombinano i tuoi programmi, si picchiano, ti mettono a soqquadro la casa, ti rompono i tuoi oggetti preferiti e ti guardano con gli occhioni liquidi, pieni di lacrime chiedentìdoti scusa, per poi ripartire come razzi in cerca di altro materiale da demolire appena ti fai intenerire e li baci dicendo "non fa niente, può succedere". Beh loro, gli extraterrestri che ti fanno pensare ai tuoi genitori come a dei santi e ti fanno dire "Ma-io-non-ero-così" riprenderanno i loro ritmi scolastici.
 
E io sarò un po' più libera, e anche un po' più sola.
 

 
Pesto genovese nel mixer

 
Questa è una delle salse preferite dai miei figli. sarà perché è verde come i marziani?
Chiedo scusa a Filo, che è stato allevato in riva al mare ligure con biberon ricolmi di pesto fatto rigorosamente al mortaio. A mio discapito posso solo dire che non ci sono più le mamme di una volta.
  • 3 bei mazzi di basilico
  • olio di oliva extravergine (ovviamente ligure)
  • 2 cucchiai di Pinoli
  • 25 grammi di Parmigiano Reggiano (a pezzettini, visto che lo devo mettere nel mixer, altrimenti se c'è, anche già grattugiato e allora sono circa 4 cucchiai)
  • 15 grammi di Pecorino (come sopra ma qui sono 2 cucchiai, dato che il pecorino ha un sapore un po' più deciso)
  • 4 spicchi d'aglio
  • Sale grosso (perché aiuta il mixer a triturare più velocemente, quindi gli ingredienti non si "scaldano" troppo)
 
Lavo bene le foglie del basilico e le lascio asciugare nello scolapasta. Per essere tranquilla di aver tolto proprio tutta l'acqua metto le foglioline di basilico su un canovaccio e le asciugo delicatamente.
Preparo il mixer con olio, aggiungo le foglie di basilico e tutti gli altri ingredienti. Lo faccio lavorare alla massima velocita per pochissimo tempo.
 
Il segreto è proprio questo: essere rapidi perché altrimenti il basilico si ossida e diventa scuro e le lame "scaldano" gli ingredienti che perdono un po' del loro aroma.
 
Divido il pesto in 4 piccole vaschette d'alluminio. Una la uso subito per condire le trenette appena cotte al dente,  le altre le metto nel congelatore per questo inverno.
Quando sarà il momento di usarle lascerò scongelare il pesto a temperatura ambiente e aggiungerò un po' di olio di oliva extravergine alla salsa.

martedì 7 settembre 2010

Pesce nel pane


Cena con Sabine e Attilio. Amo preparare da mangiare per i miei amici e, se è vero che in buona compagnia bastano anche solo spaghetti aglio, olio e peperoncino, (A proposito che buoni! E' tanto che non li mangio, da quando sono arrivati i bambini e il peperoncino è scappato di casa. Devo mettere questo piatto in nota per i miei pranzetti in solitario.) mi piace studiare i menù pensando a quello che può far loro piacere.
Preparare una cena per Sabine poi è una sfida. Come ho già detto è una cuoca perfetta.

Di questo piatto ne ho sentito parlare da un suo amico. Non l'ho mai né mangiato né preparato prima e non ho nemmeno una ricetta precisa da seguire. Lo so non si fa di proporre piatti nuovi agli invitati, ma non è la prima volta che lo faccio, e non sarà nemmeno l'ultima. 

Pesce nel pane
 

  • 1 kg di farina
  • 2 cubetti  ( da 25 gr) di lievito fresco
  • Acqua
  • Sale
  • 1 Dentice da 2 chili già bello pulito (ma si possono cuocere in questa maniera anche altri pesci dalla carne delicata come cernie, ricciole, branzini) e anche la pezzatura può essere, ovviamente, differente
  • Un mazzetto di rosmarino, salvia e timo.
  • 2 spicchi d'aglio.

Preparo la pasta del pane mescolando la farina con il lievito e aggiungendo a poco a poco l'acqua. L'impasto deve risultare morbido ed elastico (il test di verifica è premere leggermente un dito sulla pasta. Se l'orma lasciata scompare dopo poco la pasta è pronta) .
Lascio lievitare per circa un ora o finché non è aumentata di volume.
Quindi impasto ancora per eliminare le bolle d'aria.
La stendo dandole una forma rettangolare un pochino più lunga de mio pesce e larga il doppio.

Appoggio il pesce sul letto di pasta e infilo nel taglio della pancia il mazzetto di erbe, l'aglio, il sale e il pepe.
Lo ricopro e chiudo ben bene la pasta dandole la forma del pesce.
La punzecchio qua e la per fare uscire il vapore durante la cottura e disegno le squame, l'occhio e la bocca (ma questa parte è facoltativa!) e metto tutto nel forno a 180 gradi, la stessa temperatura che utilizzerei per cuocere il pesce senza pasta.
Lascio cuocere per un'ora e mezza. (Nel caso di pezzature più piccole il tempo di cottura è ovviamente inferiore).

Trascorso questo tempo tolgo il pesce dal forno, lo mostro agli ospitit e poi lo porto via.
No non me lo mangio da sola in cucina:  taglio il pane come se fosse un grosso panino, la pelle del pesce rimane attaccate al pane e io servo i filetti ma non il pane, che invece butto.

venerdì 3 settembre 2010

La pasta rosa della principessa Aurora

"Mamma ploplio non posso dolmile. Avlei bisogno di una stolia"
"Che ne dici della Bella Addormentata nel bosco?"
"Dico che va bene".
"..... le tre fatine portarono la piccola principessa Aurora nel bosco e, travestite da popolane, la crebbero fino a che non ebbe 16 anni."
"Mamma...."
"Si?"
"Ma la plincipessa Aulola è stata abbandonata dai suoi genitoli?"
"Beh, no. I suoi genitori l'avevano affidata alle tre fatine per fare in modo che non venisse punta come aveva predetto la strega Malefica".
"Ma mamma non potevano falle mettele dei guanti di fello così poteva lestale con lolo?
"Ehmmm, forse non c'erano guanti di ferro".
"Si che c'elano! Bastava chiedello ai cavalieli".
"Ehmmmm, sono appunto guanti da cavaliere, non da principessa..."
"........"
"E non potevano fabblicalne pel le plincipesse?"
"NO".
"... e la principessa Aurora cadde a terra addormentata. Solo un bacio d'amore avrebbe potuto risvegliarla".
"Mamma...."
"Si?"
"Ma il bacio d'amole non poteva daglielo subito sua madle?"
"No amore mio......ehm i baci della mamma e del pap sono diversi dai baci dei mariti o fidanzati".
"....Ah".
"Mamma?"
".....SI?"
"Ma Aulola non si è addolmentata nel bosco, ma nel castello. Allola pelché si chiama così?"
".......Perché il castello era nel bosco e non è bello chiamarla "La-bella-addormentata-nel-castello-che-è-nel-bosco", ti pare?"
"Si pelò......"
"Però?"
"Pelò è più giusto".
"Si è più giusto, ma è pure più brutto".
"Va bene".
"Le fatine decisero allora di addormentare anche il re, la regina e tutti gli abitanti del castello, finché la principessa non si fosse risvegliata".
"Mamma...."
"Si?"
"Ma le fatine non petevano chiamale subito il plincipe Filippo invece di fale tutta questa confusione?"
"Ehmmmmm, le fatine non sapevano che il principe Filippo amava Aurora".
"Ah....."
"...."
"Mamma...Come facevano a non sapello se sono fatine?"
"....Non lo sapevano ANCORA."
"... e vissero felici e contenti".
"Mamma...."
"Siiiiiii?"
"Visto che ti ho lasciato leggele il mio liblo...... ola mi lasci giocare?"
"............."
"!!!!!!!!!!!!!!!!!"

Pasta al salmone con pomodorini
Questo è uno dei piatti preferiti di mia figlia

  • Un trancio di salmone di circa 200 grammi
  • Una decina di pomodorini datterini
  • Olio di oliva etravergine dal sapore delicato
  • Sale e pepe
  • Qualche foglia di basilico
Cuocio al vapore il salmone e nel frattempo preparo anche la pasta.
In una ciotola bella grande metto i pomodorini tagliati a metà. Aggiungo il salmone tagliato a pezzettini. Aggiungo l'olio di oliva per legare il tutto.
Scolo la pasta e la metto nella zuppiera.
Mescolo il tutto, insaporisco con le foglie di basilico, il pepe e, se serve il sale e servo.