mercoledì 21 luglio 2010

Bentornata a casa

“Ciao ben tornata” Se non bastasse il mica tanto leggero accento francese, la riconoscerei comunque per il suono della risata che assomiglia a quello di una cascatella di montagna.

Da anni ormai abbiamo l’abitudine di telefonarci al mattino presto, dopo che io ho accompagnato i bambini e lei si avvia al lavoro. Non abbiamo mai perso questa abitudine.
Lei è Sabine, lionese doc. E’ la donna che vorrei essere, la Brie delle Desperate Housewives (mentre ovviamente io sono Susan la pasticciona), la mamma perfetta, manager inossidabile, moglie premurosa e ovviamente ottima cuoca.

“Allora come ti vesti per il matrimonio di tua cognata?” Questa volta sono preparata, Di solito mi prende in contropiede. “Mmmmmh sono indecisa tra un abito blu in cRRRRepE (si dice così ?) blu” “Crep” (erre arrotolata alla francese e, accidenti a me se me lo ricordo mai, senza la E finale) “Oppure un tubino nero leggermente a palloncino, così non si capisce se sono io che sono grassa o è il vestito che è largo”.
Lei ride “Metti il tubino nero, raccogli i capelli (accidenti non avevo pensato ai capelli, devo ricordarmi di mettere le forcine in valigia) una bella collana e un bel rossetto rosso. Vai, e stendili tutti.”
“Si e chi stendo? Al massimo il mandriano, che mi prende per una delle sue mucche”.
Lei ride ancora.
“Ma se sei bellissima”.
Ecco queste sono le vere amiche. Ti fanno sentire sexy e importanti anche alle nove del mattino di un giorno afoso, tra una lavastoviglie e una lavatrice.


Pasta al limone

Ci sono piatti speciali che servono per coccolarsi e consolarsi. Questo per me è uno di quelli. Morbido e setoso ha dentro quella punta di sole che riscalda.
E’ anche un buon inizio per una cenetta a due con tentatvo di seduzione, ma in questo caso come pasta è meglio scegliere i tagliolini. Leggeri e raffinati .
Forse la preparerò per il mandriano.

Pasta (ovviamente)
Panna
Buccia di limone grattugiata
Qualche goccia di succo di limone
Un cucchiaino di vodka
Sale e pepe bianco

Cuocio la pasta e giusto qualche minuto prima che sia pronta scaldo appena la panna. Aggiungo sale, pepe e qualche goccia di limone, il cucchiaino di vodka e quasi tutta la buccia grattugiata del limone.

Scolo la pasta e la condisco con la salsa. Prima di servire cospargo con la buccia di limone avanzata.

lunedì 19 luglio 2010

Un panino in valigia


Soffro di sindrome letargica pre-stressiva. Non so se esiste, ma io di sicuro ce l'ho.


Si manifesta prima di ogni evento che so già di per certo stressante. Ad esempio le partenze.
Tra pochi giorni rientriamo. L'elenco delle cose da fare è enorme, il tempo è poco e gli imprevisti (come a Monopoli!) sempre troppi e assurdi.
Così mi accade che passando accanto a qualsiasi luogo che potrebbe invitare a una posizione orizzontale - rilassante il mio polo di attrazione subisca un brusco spostamento verso l'oggetto in questione e io debba sforzarmi per non ritrovarmici sdraiata.
Se ciò accade non ho nemmeno il tempo di realizzarlo che dormo profondamente sognando valigie già pronte, casa lucida e profumata, figli sorridenti, ben vestiti silenziosi. Silenziosi? Gatta ci cova.
A questo punto mi sveglio.

Il panino della valigia


Difficile preparare le valigie con i figli che saltellano dappertutto. "Mamma mi ha preso la Barbie" "Artur restituisci la barbie a Ginevra" (dove cavolo ho messo il costume da bagno?) ""Mamma mi ha buttato le figurine per terra!" "Ginevra raccogli le figurine di tuo fratello" (ma stavo cercando cosa?)
Impossibile concentrarsi. E allora? "Allora bambini oggi picnic in spiaggia!"


3 panini
4 uova
Pecorino dolce
Pochissimo salePepe (ma solo per il mio panino)

Taglio a pezzettini irregolari il pecorino. Sbatto le uova con pochissimo sale. Friggo un terzo del composto in una padella leggermente imburrata e a fine cottura ci metto sopra i pezzettini di pecorino che fondono appena appena. Ripeto l'operazione per le altre due frittatine (ma alla mia aggiungo il pepe che mi piace e mi illudo mi svegli).
Apro i panni a metà e ci metto le frittatine. Volendo si può aggiungere insalata verde e pomodori. Ma siamo in partenza e il frigo è vuoto.

giovedì 15 luglio 2010

Il re limone


Il limone, come mi piace. Lo si può usare in mille modi e in mille ricette. Ha il colore del sole e un profumo inebriante. E' allegro. Come si fa a non amarlo?

Ieri il signor Giovanni, è passato con il suo camioncino pieno di frutta profumata e mi ha portato i limoni.
("Ma signor Giovanni lei quando passa di qui?"
"I giorni dispari io passo"
"Ah. Scusi ma quali sono i giorni dispari?"
"Ma come! I giorni dispari sono il lunedì, il mercoledì, e il venerdì"
".........Scusi, signor Giovanni, e la domenica cos'è?"
"La domenica non conta"
"Ahhhhh")

I limoni sono belli, grossi come un pugno, sembrano quasi dei cedri. Non posso resistere ne prendo uno in mano e l'annuso.

"Senta, senta che sono ancora caldi. Sono appena colti e ancora pieni do sole".
Vero caldi come panini.
Ne mangio uno così com'è.

La mia amica Lysb mi ha suggerito "hai provato a metterlo nel Cous cous?" E no, ma lo faccio ora. "Che dici, potresti chiamarlo cous cous delle Cicladi".

Ed eccolo qui in compagnia di un bel filetto di pesce persico.


Couscous delle cicladi

Cous cous
Un limone non trattato
Sale
Burro

Filetti di pesce persico
Farina
Succo di mezzo limone
Prezzemolo tritato
Poco olio per friggere

Grattugio la buccia del limone, ma solo la parte gialla. La metto in una terrina con il cous cous.
Che faccio ora del limone nudo? Mica lo lascio lì tutto abbandonato. Lo taglio in due e spremo una metà. L'altra metà no che mi serve per condire il pesce.
Copro il cous cous con l'acqua calda. Aggiungo il succo di limone e un pochino di sale. Mescolo un pochino. Copro la terrina con la pellicola di plastica (non ho un coperchio sufficientemente grande).

Nel frattempo preparo il pesce. Ho preso dei filetti di pesce persico che passo nella farina e poi cuocio rapidamente in olio e burro. Li tolgo dal fuoco e li condisco con (pochissimo) sale, il succo del mezzo limone avanzato e il prezzemolo tritato.

Il cous cous si è "gonfiato". Ci aggiungo il burro e mescolo con una forchetta per separare bene i grani
Ecco pronto da portare a tavola.

"Buonissimo" Urla Ginevra. Ora anche i vicini lo sanno

martedì 13 luglio 2010

Gamberoni con il fischio





"Mamma quelli, quelli, quelliiiiiii" Ginevra saltella davanti alla vetrina del "pesciaiolo" (pescivendolo in lingua Ginevriana) e "quelli" sono gamberoni che ha assaggiato per la prima volta l'anno scorso.
Veramente ero venuta qui con tutt'altra intenzione. Volevo dei filetti di pesce, magari da mangiare crudi. Ma vabbè sarà per un altra volta.
Ed eccoci di ritorno a casa con i gamberoni che questa volta non fischiano, per fortuna. SI perché l'anno scorso, quando ho fatto questa ricetta per la prima volta, li ho comprati che erano ancora vivi. Erano chiusi in un sacchetto accanto a me in macchina. Ero tranquillamente immersa nei miei pensieri (unico posto dove, se mi ricordo di spegnere il telefono, riesco anche a stare un po' tranquilla) quando ho sentito un rumore strano.
Ero praticamente in mezzo al nulla e il primo pensiero è stato "Ecco la macchina da i numeri proprio ora".
Il rumore era una specie di fischio. Anzi ad ascoltare bene più fischi di diversa intensità.
Mmmmmmmh le macchine fanno rumori strani, ma sanno fischiare? Questo non mi risulta.
Saranno mica i gamberoni? Oddio si fischiano. E adesso chi ha il coraggio di cuocerli? Accidenti sono ancora vivi.....
Beh erano anche buoni...
I Gamberoni di Lysbeth
Questa ricetta me l'ha data un'amica l'anno scorso. Lysbeth è una persona eccezionale: creativa. intelligente e spiritosa.E ho scoperto anche brava in cucina.
Tutte le sue qualità si riflettono nei suoi piatti che non sono mai banali. Questo è uno dei suoi cavalli di battaglia.
Anche se non si tratta di cavalli ma di gamberoni.


Gamberoni
Cipolla
Aglio
Curry
Salsa di soia (facoltativo)
Salsa di pomodoro
Peperoncino
Pomodoro a pezzetti
Latte di cocco
Prezzemolo
Olio
Sale e pepe


Prima si cuociono i gamberoni in padella con pochissimo olio. Si tolgono dalla padella e si aggiungono le cipolle tagliate sottili e qualche spicchio d'aglio.
Quando la cipolla diventa trasparente si può aggiungere la salsa di soia. Aggiungere un po' di curry, un cucchiaio di salsa di pomodoro il peperoncino il pomodoro a pezzettini. Sale e pepe.
Buttare nella salsa i gamberi e aggiungere il latte ci cocco.
Lasciare insaporir per 10 minuti circa. Poco prima di spegnere il fuoco spolverare con prezzemolo tritato.
Servire accompagnato da riso in bianco.
PS. A Lysbeth posso dire tutto, tranne farle i complimenti che proprio non le piacciono. Ovviamente io mi diverto un mondo a stuzzicarla e trovare mille modi per dirle quanto è brava. Questo è uno.

domenica 11 luglio 2010

Peperoni per la fiamma che finisce


Era dall'inizio delle vacanze che me lo chiedevo "ma quando succederà?" ed oggi è successo. La bombola del gas è finita.

Le bombole del gas quando finiscono mica te lo dicono prima. No, finiscono e basta. E finiscono sempre quando stai cucinando. Non quando ti stai preparando il caffè. O quando scaldi l'acqua per il tè. No, qunado ci sono dei becchi spalancati che ti chiedono il cibo.

E sempre nel weekend. E oggi è domenica.

Però mi è andata bene. Oggi avevo deciso di preparare in anticipo, perchè l'insalata di peperoni bisogna lasciarla "stare lì" un po' a fare il sughetto e a prendere sapore. Ho potuto chiamare il-signore-che-cambia-le-bombole presto, prima della confusione di telefonate allarmate dell'ora di pranzo.

Insalata di peperoni

Questa è proprio l'insalata delle vacanze. Il profumo del peperone è indubbiamente il profumo dell'estate. Ed è inutile cercare di porvi rimedio, quando si abbrustoliscono i peperoni viene fame anche ai vicini di casa.

Questa ricetta l'ho imparata da mia madre che serviva questi peperoni insieme alle mozzarelle di bufala. Il gusto deciso del peperone è perfetto con i formaggi freschi. 

2 Peperoni

3 spicchi d'aglio

Olio e sale

Metto i peperoni ad abbrustolire direttamente sulla fiamma dei fornelli (se si vuole evitare di avere il piano cottura da lavare la cosa migliore è ricoprirlo con la carta argentata da eliminare una volta cotti i peperoni).

Chiudo i peperoni in una pentola a riposare. Una volta raffreddati li sciacquo sotto l'acqua corrente e tiro via sia la pelle esterna che i semini all'interno.

Taglio i peperoni a listarelle e taglio gli spicchi d'aglio a fettine sottilissime. Mescolo il tutto e condisco con olio e sale. Si lascia in frigorifero a prendere sapore per qualche ora o addirittura fino al giorno dopo.

venerdì 9 luglio 2010

Insalata per un aereo che non c'è



Ecco è già finita la prima tappa delle vacanze. Mia sorella Dalia e le sue bimbe Anita ed Elena ritornano a Milano. Mi dispiace un sacco perché questo menage fatto di casino, strepiti, litigi, pianti, ma anche e soprattutto, di sorrisi, scherzi, baci e buffonate mi manca già. Anche se loro ancora non sono partite.
Dalia arranca con Elena appesa al collo e Anita che vuole a tutti i costi fare freeclimbing sulla sua coscia, mentre le valigie non si chiudono e il tempo passa veloce. L'aereo parte solo alle 13, ma avevamo deciso di partire di qui alle 11 per dare la pappa ad Elena in aereoporto. Sono le 11.30. Elena, forse, mangerà in aereo.
Finalmente arriviamo in aereoporto e......l'aereo ha 2 ore di ritardo per "motivi tecnici". Sostengo che il "motivo tecnico" è che volo delle 13 è stato accorpato con quello delle 15 per insufficiente numero di passeggeri.
L'hostess chiede a mia sorella "Lei era registrata sul volo delle 13 o quello delle 15?" Appunto."Su quello delle 13. A proposito insieme ai biglietti mi darebbe anche il foglio per i reclami?"
La faccina sorridente della hostess si increspa.
"Dai torniamo a casa. Avete giusto il tempo per mangiare un insalata guardandovi il mare".
Insalata di pomodori
Pomodorini ciliegino tagliati a metà
Una scatola grande di tonno
Friselle (e e non ci sono va bene anche il pane secco)
Feta
Basilico
Sale, pepe, olio d'oliva e succo di limone
Bagno le friselle con un poco di acqua. Quella minerale che l'acqua qui non è potabile. Ma solo un pochino. Se si prepara con qualche ora d'anticipo non è necessario bagnare le friselle. Il succo di pomodoro e il succo di limone basteranno per ammorbidirle.
Rompo le friselle in pezzettoni e poi mescolo tutti gli ingredienti tranne la feta, che non a tutti piace.
Condisco con sale, pepe, olio d'oliva (ovviamente extravergine) e il succo di limone. Qualche foglia di basilico per profumare. La feta la metto a parte e chi vuole l'aggiunge poi.
Ci chiediamo come sia possibile che la compagnia aerea abbia scoperto di avere pochi passeggeri solo due ore prima della partenza e come mai non sia in grado di arrivare a soluzioni più semplici per tutti, Ad esempio inviare un SMS ai propri clienti avvertendoli del disagio e scusandosi. Magari prima di farli arrivare di corsa in aereoporto, magari permettendo loro di organizzarsi e arrabbiarsi un po' meno e magari dandomi la possibilità di preparare l'insalata con un po' di anticipo che viene meglio.

mercoledì 7 luglio 2010

Uffa che palle!




"Veloci che sono le nove e un quarto e avevamo appuntamento alle nove!" Questa sono io, la più stressata visto che abbiamo appuntamento per un gelato con una amica, per me sconosciuta, di mia sorella e non voglio fare brutte figure.
"Mamma mi scappa la pipiiiiii". E questa è mia nipote Anita che non vuole MAI fare la pipì, tranne che nei momenti peggiori.
"Non ti preoccupare, dai vai, vai in bagno." Dalia, mia sorella che ha una pazienza con i bambini che io non ho. E' capace di avere al collo Ellena e attaccata alla gonna Anita, entrambe che chiamano "mammaaaaa" e...... SORRIDERE!

"Mamma non voglio questo vestito giallo voglio quello verde con le farfalle". Questa invece è mia figlia Ginevra.
"Ma no dai quello giallo è bellissimo. Ci sono i gufi e tutti sanno che è di notte che i gufi vanno in giro. Le farfalle no. Dormono"
"Ah. E allora perchè il vestito verde lo abbiamo messo l'altra sera?"
Accidenti, fregata. E ora che le dico? Non abbiamo il tempo per il terzo cambio d'abito della serata.

"Mamma.....(uff per fortuna non è per me) c'è un po' di pipì per terra. Ma come fanno i maschi a fare la pipi in piedi?" Ecco ovviamente Anita ha scelto questo momento per fare la pipì come i maschi.
"Cotto latti" ( = biscotto latte. traduzione dall linguaggio di Elena). Biscotto per Elena che finisce nel box e Dalia corre in bagno da Anita.

"Io non voglio fare la strada con voi. Vengo da solo con il monopattino". E questo invece è mio figlio Artur.
"Artur vieni con noi per favore".

"Metto il vestito verde allora?"
"No!"

"Ma dai mamma che ci faccio con 'ste pisciasotto?"
"No!"

"Verde"
"Ho detto di no".

"Ma perchè non posso fare la pipì in piedi?"

Butto un occhio allo specchio Arriveremo in super ritardo, Ho i capelli dritti in piedi, l'aria della milanese che sta andando ad un appuntamento importante di lavoro ed è rimasta intrappolata nel traffico e mi trovo pure brutta e grassa.
Insomma è solo un gelato, cerco di rincuorarmi.
Guardo l'orologio: 9,30!

"Guarda che con il verde sto meglio".

"Allora io comincio ad andare, e mamma?"

"CHE PALLEEE" Urlo.

Ops mi è scappata una parolaccia.
Silenzio però. Si esce.

"Mamma posso fare le palle di neve per merenda domani?" "Si Artur".


Le palle di neve di Artur
300 gr di ricotta
6 cucchiai di zucchero
200 gr di cocco grattugiato
Mescolare la ricotta con lo zuccero e i 3/4 del cocco grattugiato. Mettere il cocco restante in una scodella. Con le mani formare delle palline e farle rotolare nel cocco grattugiato. Lasciare il tutto in frigorifero per qualche ora. La merenda è pronta. 

lunedì 5 luglio 2010

Ketchup a colazione



"Ma perché il Ketchup non lo fai tu?"
"Scherzi? Ci si mette una vita e ci vogliono un sacco di spezie che qui non trovo."
"A no, niente di più facile: salsa di pomodoro, aceto, zucchero e un po' di sale".
Sono un po' dubbiosa ma la fonte di questa ricetta non mi ha mai deluso. Anzi. E' una persona speciale a cui voglio molto bene e che mi da sempre un mare di consigli (non solo di cucina). Sempre azzeccati.E' raro trovare persone così. Ho avuto fortuna. Ho trovato un tartufo.
E quindi oggi ci provo. Faccio il polpettone che piace a gran parte della famiglia, con le patate e il Ketchup speciale.

Polpettone con il ketchup
Per il polpettone:
1 Kg di carne trita mista manzo e vitello
200 grami di mortadella tritata
5 patate belle grosse
sale
Per il Ketchup:
250 gr di salsa di pomodoro
2 cucchiai di aceto
2 cucchiaini scarsi di zucchero
sale
Il polpettone di solito lo faccio un po' più elaborato, parto con una base di uova, parmigiano e prezzemolo. Aggiungo poi altri ingredienti a seconda di ciò che trovo in frigorifero. Ma oggi ho 2 priorità: Anita non può mangiare l'uovo, e quindi non posso usarlo e voglio proprio assaggiare il Ketchup speciale quindi il polpettone deve essere il meno saporito possibile. ù
Mescolo mortadella (un pochino di sapore ci vuole dai) e la carne trita. Poco sale.Metto tutto nella teglia dandogli la forma di un mezzo cilindro (altrimenti qui si litiga per le fette più larghe).
Sbuccio e taglio le patate a pezzettoni e lo metto accanto al polpettone. Durante la cottura assorbono il sughetto della carne e acquistano così un saporino buonissimo.
Copro con carta argentata e metto tutto in forno a 200 gradi per circa un oretta.
Un quarto d'ora prima della fine della cottura tolgo la carta stagnola per far prendere colore alla carne.
Prima di servire preparo il Ketchup.
Semplice semplice come dice qualcuno. Mescolo salsa di pomodoro, aceto, zucchero e un po' di sale.
Assaggio con qualche dubbio.......Incredibile, non c'è differenza con il Ketchup già pronto. Evviva. Ecco una soluzione per quando dimentico di comprare il Ketchup (cosa non rara). Gli ingredienti sono quelli che a casa mia non mancano mai.
Invio con il pensiero un grosso GRAZIE al tartufo.Porto in tavola e aspetto i commenti dei bimbi.
Artur non magia, ma deve aver sgraffignato qualche chilo di caramella nella dispensa. Mia sorella alza le sopracciglia "buono!" Ginevra e Anita si litigano la tazza del Ketchup.
"Mamma domani mattina posso metterlo nel latte?" Non posso evitare un "Bleaaah Ginevra che schifo!" 

sabato 3 luglio 2010

Vicini e frittelle


La frittella è un po' sfocata lo so ma il panorama è meraviglioso

Per me queste sono le vere vacanze. Mi dimentico scarpe e vestiti. La mattina salto in un costume da bagno e la sera nella camicia da notte, in pratica appena sveglia mi spoglio per rivestirmi la sera.

I bambini seguono il ritmo e così la casa in pochi giorni si trasforma in un insieme informe di asciugamani - giochini - scarpine abbandonati in ogni dove.
Ogni tanto io e mia sorella ci guardiamo e diciamo "che casino! Basta non se ne può più!" e allora? Allora niente, tiriamo fuori i ciccioneddas (degli ottimi biscotti al cioccolato che fanno qui) e li mangiamo cercando di schivare oggetti volanti non identificati che i bambini si lanciano più o meno allegramente.

Gli appartamenti qui hanno tutti un bel terrazzo separato l'uno dall'altro da un muretto alto meno di mezzo metro. Noi siamo fortunati i nostri vicini non ci sono quasi mai e raramente affittano. E noi in terrazza ci restiamo più che in casa. Qui esportiamo il nostro disordine ed esterniamo tutti i nostri sentimenti. Insomma ci viviamo, dimenticando che esistono anche gli altri. Che poi sono i vicini.

Esperimenti scientifici fatti con strane misture di fiori - acqua e - meglio che non guardi mamma, sono accanto a cagnolini in peluche che, mi sembra, un tempo erano bianchi. Stendini (due perché uno non ci basta) sventolano i panni e fanno capire a tutti, casomai ce ne fosse bisogno, che questa famiglia ha le sue redici nel sud profondo dell'Italia. Sulle sdraio riposano oggetti multicolori che creano allegria.

Tutto questo succede in settimana. Il sabato no. E oggi è sabato.
Il sabato è il giorno dei "nuovi arrivi". Ovvero gli affittuari.Dunque questa mattina a piedi scalzi e in camicia da notte e capelli stile medusa mi sono portata il mio caffè in terrazza (è l'unica cosa che riesco a fare prima di berlo).Nonostante lo stato catatonico ho sentito che c'era qualcosa di diverso dal solito. Non ero sola come credevo: una coppia di civili mi stava guardando in modo alquanto bizzarro.

Probabilmente avrebbero avuto la stessa espressione se io fossi stato un orso bianco. Ma c'è davvero differenza? Mi sono specchiata nel mio tazzone di caffè (tazza grande con più della metà di una caffettiera da 6 dentro) e ho deciso che no. La differenza non c'è a parte, appunto, i capelli da medusa. Con la coda dell'occhio ho dato uno sguardo in giro cercando di immaginare cosa avrebbero potuto vedere loro, e poi di sottecchi ho guardato questa coppia perfetta bella come il sole. Già abbronzati (ma come fanno?), magri (ma come fanno?) profumati già all'alba (vabbè sono le 9 ma come fanno lo stesso?) lei truccata e con gioielli (ma come accidenti fa?) lui sbarbato e pimpante (vale lo stesso commento che per lei).

Ok facciamoci forza. Sorrido (almeno credo) "buongiorno benearrivati" (e stop che non so bene come fare che il mio unico neurone dorme ancora profondamente). Sorridono dubbiosi. Pure i denti sono perfetti (esisteva un'altra possibilità?).
Il resto della famiglia si sta piano piano svegliando. I parenti cattivi dei Flinston escono sul terrazzo e cominciano a litigare per la cioccolata, la marmellata le brioche e i biscotti con i pezzi di cioccolata. Volano i soliti oggetti volanti da combattimento e le urla salgono di tono. Penso ai vicini di casa che sono perfetti. Noi un po' meno. Beh peggio per loro.

Il mio grandone mi dice "mamma posso preparare le frittelle per il tuo blog? Però senza uova che Anita è allergica alle uova". Si, andiamo dentro a cucinare e lasciamo i vicini a guardare attoniti i trogloditi. Spero che siano anche atletici, che schivare panini volanti al cioccolato non è roba da tutti e sul costume bianco immacolato una macchia appiccicosa non è di moda.


La frittella perfetta

Ovvero proviamo a fare le frittelle senza uovo.Anita è allergica all'uovo, però Artur ha voglia di pancakes. Proviamo allora e vediamo cosa salta fuori se togliamo le uova dalla nostra solita ricetta.

A occhio, che non ho la bilancia
250 gr di farina 2 cucchiai di zucchero
1 bustina di lievito vanigliato per dolci
latte
olio per ungere appena appena la padella
e poi tutto quello che si vuole per farcirle: dal semplice zucchero, alla Nutella, al cioccolato fuso (preferito dai miei), allo sciroppo d'acero (vabbè facciamo gli americani Maple Syrup)

In una ciotola si mescola tutta la parte "secca": farina, zucchero e tutta la bustina (si tutta perché tanto se dico mezza l'altra metà va a finire in pattumiera e mi dispiace). Poi si aggiunge il latte. Quanto? Beh finché il tutto è diventato bello cremoso. Noi ne abbiamo usato un po' meno di mezzo litro.
Ho messo un pochino d'olio nella padella e con la carta da cucina ho "spennellato" ben bene tutta la padella che ho poi messo sul fuoco. Artur ha versato mezzo mestolo di pastella disegnando una spirale che parte dal centro della padella. Poi ha sollevato la pentola e ha fatto scivolare il composto per coprire bene tutto il fondo. Si mette il tutto a cuocere e quando i bordi si sollevano io giro la frittella, Artur invece ha un'altra tecnica: si diverte a farle saltare per aria. Il 90% delle volte riesce anche a riprenderla.

Ecco fatto, frittelle pronte. Mi domando a cosa servano le uova visto che anche senza sono perfette. Ognuno si condisce la sua come desidera. La mia è una spugna intrisa di Maple Syrup.

I vicini continuano a guardare esterrefatti. E si, i cavernicoli mangiano frittelle e tacciono..

giovedì 1 luglio 2010

Abbiamo un nome


Eccoci qui. Finalmente abbiamo un nome, si parte!

E' da più di una settimana che ad ogni pasto sottoponevo il gruppo al "brain storming" familiare. Zia Dalia (mia sorella e, dai si ammettiamolo, la più creativa del gruppo) le sue bimbe Anita ( 4 anni) e Elena (1 anno, vabbè lei partecipava con sorrisi di approvazione o urli di orrore) e i miei bimbi Artur (13 anni, sempre critico e attento) e Ginevra (5).

La difficoltà era il legare la "vita comune" alle ricette e alla cucina in uno zic. Un titolo immediato e chiaro. L'operazione era resa un pochino più complessa dall'attività dei convitati. "Ginevra siediti" "Artur non mangiare la frutta prima della carne per favore" "Anita dai mangia che poi si va al mare" "Nooo Elena ancora mangi? Basta dai!" Io e zia Dalia poi ogni tanto eravamo (eravamo?? o siamo?) prese dallo sconforto "Ma queste sono vacanze?" "Io mi dimetto da mamma".

Ogni sera poi verificavo la disponibilità del nome..... Incredibile a dirsi ma non sono la sola ad amare chiacchierare e cucinare.

Ogni mattina 5 paia di occhi speranzosi mi chiedevano muti "E allora?" "E allora niente belli miei. Dobbiamo trovarne un altro".

Ecco da oggi liberi tutti il nome c'è si parte.


Come al solito chiacchieriamo. Ci divertiamo. Le bimbe litigano. Il grandone "spacca" in spiaggia con le gallinelle. Risultato? Alle 19.30 siamo ancora in giro e dobbiamo ancora:

1. Fare la doccia in 5 (noooo non tutti insieme, uno alla volta in una doccia piccolissima).

2. Preparare e dare da mangiare a Elena la vorace che appena vede uno di noi avvicinarsi ai fornelli comincia a dire con aria implorante "pappa, pappa"

3. Preparare da mangiare, apparecchiare e in seguito sparecchiare in tempi d record. Il tutto per mettere i bimbi a letto in orario ragionevole.

Preparare prima? Organizzarsi? Ci penserò. Intanto apro il frigorifero che mi propone qualche bel pomodoro maturo e sodo al punto giusto. Giusto quello che ci vuole per un cous cous rapido rapido.


Couscous rapido rapido


Cous Cous
Un pochino di olio d'oliva extravergine non troppo profumato
5 pomodori rossi. Possibilmente con la pelle sottile.
Una manciata di prezzemolo.
Qualche foglia di menta.
Una scatola grande di tonno.
Il succo di mezzo limone.
Sale, ovviamente

Prendo mezza scatola di Cous Cous, quello precotto che in 5 minuti è pronto e lo verso in una grossa ciotola. Ci verso sopra acqua bollente salata sufficiente a ricoprirlo appena appena. Chiudo il tutto con la pellicola trasparente e me ne dimentico per un po'. Lui ha giusto il tempo di riposare un pochino e gonfiarsi per benino mentre io lavoro.

Taglio a pezzettini piccolini 5 pomodori, il prezzemolo bello profumato e le foglie di menta che aggiungono un poco di freschezza.

Poi libero il Cous Cous che non deve essere tropo morbido, finirà la "cottura con il succo di pomodoro e di limone poi.. Aggiungo l'olio e mescolo bene con una forchetta schiacciando piano gli eventuali grumetti. Quindi il pomodoro e le erbette.
Apro una scatola di tonno facendo attenzione a non tagliarmi (ovviamente stacco la linguetta e mi taglio un dito) e spezzetto ben bene il tonno nel Cous Cous. Mescolo. Aggiungo il succo di mezzo limone. Che buono il limone lo metterei ovunque. E basta. E' finito.

Si volendo avrei potuto prepararlo prima, perché lasciato lì prende sapore. Ma va bene anche così.
Lo porto in tavola "Mamma che buono hai preparato il Scouscous!"